Microsoft gioca con la privacy degli utenti, l'UE non ci sta

L'Europa ha messo sotto indagine i nuovi termini del contratto dei servizi di Microsoft perché potrebbero violare la normativa comunitaria sulla protezione dei dati. Nel mirino l'intenzione di usare i contenuti degli utenti per fornire, proteggere e migliorare prodotti e servizi Microsoft.

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a cura di Elena Re Garbagnati

L'agenzia europea per la protezione dei dati ha avviato un'indagine formale relativa alla recenti modifiche al Contratto dei servizi Microsoft, per presunta violazione della normativa UE sulla protezione dei dati. Secondo quanto riferito da Bloomberg e confermato dalla stessa Microsoft, il 17 dicembre è stata recapitata la lettera con la notifica del procedimento sia all'amministratore delegato Steve Ballmer sia al responsabile della filiale lussemburghese.

Jacob Kohnstamm, responsabile dell'autorità olandese per la protezione dei dati personali (l'equivalente del nostro garante per la privacy) ha spiegato che "data la vasta gamma di servizi offerti e la loro popolarità, i cambiamenti nel contratto e nell'Informativa sulla privacy possono influenzare molte persone, nella maggior parte o in tutti gli Stati membri dell'UE".

Microsoft viola la privacy degli utenti?

Le modifiche ai termini di servizio di Microsoft sono entrate in vigore il 19 ottobre scorso ed erano sostanzialmente simili alle politiche di Google che hanno suscitato malumore all'antitrust europea e statunitense. Come già accadeva Microsoft si riserva il diritto di accedere a tutti i contenuti archiviati dagli utenti tramite i suoi servizi cloud.

La differenza è che prima lo faceva "solo nella misura necessaria a fornire il servizio" mentre ora i contenuti possono essere utilizzati per "fornire, proteggere e migliorare prodotti e servizi Microsoft". Come aveva spiegato ai tempi The Verge, questo sottintende che ad esempio Microsoft può estrarre il contenuto di servizi come Hotmail, SkyDrive o Office.com e usarlo per personalizzare i risultati delle ricerche di Bing di ciascun utente.

Per capire, la frase che potrebbe essere sotto accusa è la seguente: "quando si carica un contenuto l'utente accetta che possa essere usato, modificato, adattato, salvato, riprodotto, distribuito e visualizzato nella misura necessaria per proteggere l'utente e per fornire, proteggere e migliorare prodotti e servizi Microsoft".

La distinzione è sottile, la Commissione verificherà che non sia sostanziale. Intanto la risposta di Microsoft non si è fatta attendere: "saremo lieti di rispondere a tutte le domande sulle recenti modifiche del Contratto dei Servizi Microsoft, che come detto in precedenza non altera le nostre politiche sulla privacy".

Sotto accusa la gestione delle informazioni dei servizi cloud

Jack Evans, portavoce dell'azienda di Redmond, aveva già affrontato l'argomento con il New York Times il giorno in cui sono diventate operative le nuove condizioni d'uso dei servizi. "Nel corso degli anni abbiamo costantemente informato gli utenti sul fatto che possiamo usare i loro contenuti per migliorare i servizi che ricevono. Quello che non facciamo è usare il contenuto delle comunicazioni private e i documenti dei nostri clienti per creare pubblicità mirata", ha assicurato.

Evidentemente la rassicurazione non è bastata per placare le autorità di regolamentazione dell'UE, e i garanti per la privacy di Lussemburgo e Francia hanno informato Microsoft di aver "deciso di controllare le possibili conseguenze per la protezione dei dati personali degli utenti in una procedura coordinata". Google è stata costretta a rivedere le sue politiche sulla privacy per non incappare in una multa, per Microsoft sarà lo stesso?