Microsoft sta accelerando il passo verso l'indipendenza tecnologica nel campo dell'intelligenza artificiale generativa, segnando una svolta significativa nella sua strategia. Il colosso di Redmond ha recentemente presentato MAI-Image-1, il suo primo generatore di immagini da testo sviluppato interamente internamente, una mossa che sottolinea la volontà di ridurre la dipendenza dalla tecnologia di OpenAI. L'annuncio arriva in un momento delicato per la partnership multimiliardaria tra le due aziende, che mostra evidenti segni di tensione.
La decisione di sviluppare capacità proprietarie non è casuale. Mustafa Suleyman, CEO di Microsoft AI, ha chiarito che l'azienda intende costruire modelli di frontiera di livello mondiale di tutte le dimensioni, pur mantenendo un approccio pragmatico che prevede l'utilizzo di modelli esterni quando necessario. Il dirigente ha confermato che Microsoft sta lavorando su modelli proprietari che si collocheranno tra i 3 e i 6 mesi dietro quelli di OpenAI in termini di innovazione tecnologica.
Il nuovo generatore di immagini presenta caratteristiche tecniche interessanti. MAI-Image-1 è in grado di produrre immagini fotorealistiche di paesaggi, effetti luminosi e altri elementi visivi complessi. Un aspetto distintivo dello sviluppo è stata la collaborazione con professionisti del settore creativo, consultati specificamente per evitare risultati ripetitivi o stilisticamente generici, un problema comune nei generatori AI di prima generazione.
Le prestazioni del modello stanno già attirando l'attenzione degli esperti del settore. Secondo Microsoft, la tecnologia è capace di elaborare le richieste degli utenti e generare immagini più velocemente rispetto a modelli più grandi e lenti. La validità di queste affermazioni sembra confermata dal fatto che MAI-Image-1 si è già posizionato tra i primi dieci generatori di immagini nella classifica LMArena, un benchmark di riferimento per valutare le prestazioni di questi strumenti.
Il contesto in cui si inserisce questo lancio è caratterizzato da crescenti frizioni con OpenAI. La partnership tra le due aziende, che ha visto Microsoft investire miliardi di dollari, sta attraversando una fase complessa legata alla trasformazione di OpenAI in entità a scopo di lucro e a controversie relative al cloud computing. All'inizio dell'anno, OpenAI ha presentato il progetto Stargate da 500 miliardi di dollari, destinato alla costruzione di data center negli Stati Uniti per supportare i suoi sviluppi AI più sofisticati.
Una conseguenza diretta di questa iniziativa è stata la perdita da parte di Microsoft dello status di fornitore esclusivo di servizi cloud per OpenAI, anche se mantiene ancora un diritto di prelazione. Non è un caso che Marc Benioff, CEO di Salesforce, abbia previsto che Microsoft finirà per non utilizzare più la tecnologia di OpenAI nei propri prodotti e servizi. Con il lancio dei modelli AI personalizzati e del generatore di immagini, questa previsione sembra acquisire credibilità.
Le critiche di Benioff verso gli sforzi AI di Microsoft non sono nuove. Nell'ottobre 2024, il dirigente aveva definito le iniziative AI dell'azienda un "enorme disservizio" per l'industria, paragonando Copilot al famigerato assistente Clippy di Microsoft, suggerendo che non funzioni né offra valore reale. Secondo la sua analisi tagliente, Microsoft avrebbe semplicemente "riconfezionato OpenAI e inserito il tutto in Excel", lasciando i clienti delusi da quello che chiamano Copilot. "Sono solo un rivenditore di OpenAI", aveva affermato senza mezzi termini.
Anche dal versante OpenAI sono emersi segnali di insoddisfazione. L'azienda guidata da Sam Altman ha lamentato che Microsoft non soddisfi le sue esigenze di cloud computing, arrivando a suggerire che un eventuale ritardo nel raggiungimento dell'AGI (intelligenza generale artificiale) potrebbe essere imputato proprio al gigante del software. Questo spiega perché OpenAI stia cercando risorse di calcolo cloud aggiuntive al di fuori dell'ecosistema Microsoft.