Microsoft Surface addio entro il 2019, realtà o desiderio?

Durante il Canalys Channels Forum il CEO di Lenovo, quello di Canalys e il direttore generale di Dell hanno concordato sul fatto che Microsoft nel giro di qualche anno taglierà il ramo hardware per concentrarsi definitivamente sul software. Prospettiva possibile o sogno di competitor?

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a cura di Alessandro Crea

Altro che speranze di vedere un giorno un Surface Phone o comunque un nuovo quanto rivoluzionario dispositivo mobile come spesso lasciato intendere dai vertici Microsoft. Secondo Gianfranco Lanci, CEO di Lenovo, Steve Brazier, CEO di Canalys e Marius Haas, direttore generale di Dell, a Redmond nel giro di qualche anno dismetteranno la divisione hardware o quantomeno ne ridimensioneranno drasticamente impegno e ritmo di produzione di nuovi modelli.

Durante un incontro avvenuto nel corso del Canalys Channels Forum i tre hanno concordato anzitutto su un aspetto, sintetizzato così da Brazier: "‎Le prestazioni dei Surface sono discontinue, ci sono trimestri positivi e altri negativi o meno buoni, ma nel complesso non stanno producendo profitti. Non ha senso per loro [per Microsoft] insistere in questo business. Quando i costi della sfida intrapresa da Nadella diverranno evidenti a Wall Street, tutti gli chiederanno perché insistano in questo business con basso margine di guadagno".

surface pro

Dei tre il più radicale è Lanci: "Microsoft sta guadagnando molto col cloud e col software, soprattutto con Windows e Office, ma sta perdendo parecchi soldi con i dispositivi e francamente è difficile capire perché dovrebbero continuare a perdere soldi. È molto difficile per loro realizzare prodotti hardware, perché i margini sono molto risicati e devono continuamente prestare attenzione ad ogni singolo dettaglio". La conclusione è che Microsoft non produrrà più Surface entro il 2019.

Più sfumata la posizione di Haas, secondo cui Microsoft probabilmente rallenterà un po'. L'obiettivo dei Surface secondo lui era utilizzare l'hardware per dimostrare le potenzialità del software in un periodo di sofferenza e stagnazione del mercato, ed effettivamente da questo punto di vista ha funzionato, viste le vendite recenti dei 2-in-1. Secondo Haas però a Redmond non sono mai stati interessati a realizzare una vera e propria famiglia con prodotti per ogni form factor.

A quanto pare però al quartier generale Microsoft non sono d'accordo e la replica, tramite un portavoce ufficiale non si è fatta attendere: "Surface continua a guidare la crescita del settore e a ridefinire il modo in cui le persone creano, imparano e lavorano. Ci vedrete continuare a innovare e realizzare dispositivi in grado di offrire agli utenti esperienze nuove e di grande impatto".

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Qual è quindi la verità, e quanto c'è di vero nelle dichiarazioni Lanci, Brazier e Haas? Sin dagli esordi, nel 2012, del primo Surface, Microsoft fece arrabbiare molti suoi partner. Il capo della divisione PC di HP disse di non considerare il tablet Microsoft un concorrente perché lento, scadente e troppo costoso, mentre Acer pronosticò un fallimento per il prodotto e avvisò Microsoft di non avventurarsi in questa impresa. È chiaro dunque che i produttori di hardware partner di Microsoft, che acquistano le licenze software per i propri dispositivi, non furono contenti di avere a Redmond un nuovo concorrente. In seguito, col decollo dei 2-in-1, i toni si sono andati via via smorzando, ma magari sotto la cenere il fuoco cova ancora. Anche perché Surface, nel bene e nel male, è un termine di paragone costante nella valutazione dei 2-in-1 di fascia alta, prestigio che molti produttori vorrebbero per i propri prodotti.

Quanto a Microsoft restano comunque valide le considerazioni di Marius Haas. È ovvio che realizzare dispositivi per un'azienda software è molto dispendioso perché costringe a investire risorse in ricerca e sviluppo per poi delegare interamente ad altri la realizzazione dei prodotti, con margini che si fanno quindi assai risicati.

Come nel caso di Google con i Nexus prima e i Pixel poi, è evidente che a Microsoft non interessi fare profitti con l'hardware ma solo sfruttare un'immagine vincente per promuovere i propri prodotti software e, come per Google, anche i partner di Microsoft chiaramente non hanno gradito l'approccio. Tuttavia il mercato degli smartphone è molto differente da quello dei portatili, e l'iniziativa di Google è stata alla fine digerita meglio.

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Google però recentemente ha dimostrato di voler fare sul serio, acquisendo la divisione smartphone di HTC, in modo da diventare più autonoma nello sviluppo e nella realizzazione dei suoi smartphone. Senza un'adeguata politica di sostegno alla realizzazione di dispositivi hardware invece quanto potrà ancora insistere Microsoft nell'investire a soldi a fondo perduto in marketing sulla promozione della propria immagine, considerando anche l'inclinazione del suo CEO Satya Nadella verso il software? Si tratta chiaramente di una domanda a cui al momento è difficile rispondere, ma se le affermazioni recenti dei competitor possono sembrare dettate soprattutto da segrete speranze, è anche vero che sembrano contenere qualche seme di verità.


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