Beamforming, un'introduzione

Le reti Wi-Fi non funzionano sempre bene. Scopriamo problemi e risoluzioni.

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a cura di Tom's Hardware

Beamforming, un'introduzione

L'obiettivo del beamforming è quello di creare una zona di energia direzionata. L'esempio più classico a cui si ricorre è quello di gocce d'acqua che cadono in uno stagno. Immaginate di avere a disposizione due rubinetti, e di poterli regolare in modo che gocciolino in perfetta sincronia. Così le onde create dalle gocce andrebbe a sovrapporsi tra loro, creando un effetto simile a quello dell'immagine.

Photo by Dr. Schorsch via Wikimedia Commons. Licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.

Quando le creste delle onde si sovrappongono si aggiunge un altro effetto, dovuto alla combinazione delle due diverse energie che si uniscono per creare una cresta d'onda ancora più grande. La regolarità delle gocce fa sì che le onde amplificate si manifestino in una certa direzione, e vadano a creare una sorta di "raggio" di energia amplificata.

Nel nostro esempio le onde generate dalle gocce sono omnidirezionali; si allontano uniformemente dal punto di origine fino a che non raggiungono le altre onde. I segnali Wi-Fi emessi da un'antenna omnidirezionale si comportano nello stesso modo, e quando incontrano onde di un'altra antenna generano onde intensificate. Se abbiamo due onde perfettamente in fase il risultato può essere un raggio il cui segnale ha una potenza quasi doppia rispetto alle due che lo hanno formato.