Risultati benchmark: distanza media senza interferenze

La seconda parte della nostra guida per migliorare le prestazioni delle reti wireless.

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a cura di Tom's Hardware

Risultati benchmark: distanza media senza interferenze

Naturalmente qualsiasi risultato superiore ai 100 Mb/s è da considerasi molto buono su una rete 802.11n. C'è comunque una varianza di circa il 30% dal più lento (HP) al più veloce (Ruckus), quindi ci deve essere chiaramente qualcosa che dà al doppio segnale di Ruckus una marcia in più persino rispetto a quello triplo. Se il secondo posto di Meraki è più che comprensibile, l'ultimo di HP solleva qualche dubbio. Forse questo AP non è in grado di mantenere i tre flussi di dati.

Se tentassimo di far operare tre segnali in un campo aperto sfruttando lo spatial multiplexing non funzionerebbe, come potete immaginare. Non ci sarebbero pareti né altri oggetti dove far rimbalzare i segnali, quindi sarebbe impossibile mettere in pratica tale approccio. Se l'unica possibilità è un segnale diretto tra AP e client invece i risultati potrebbe cambiare. Se l'access point HP non riesce a usare pareti e oggetti vicini per sfruttare i rimbalzi, allora forse è passato a una configurazione con due segnali, o persino uno solo (in questo caso puntiamo su due), ed ecco spiegato il risultato di questo test.

Passando a 20 metri Ruckus può tirare fuori il suo intero arsenale di opzioni. Ancora una volta Cisco mostra un miglioramento del 10% rispetto ai router a due segnali.

Questo è piuttosto strano. È normale che i valori di uplink siano peggiori di quelli in downlink, ma il risultato di Aruba e HP è decisamente insolito.

È curiosa anche la differenza, oltre 45 MB/s, tra l'uplink e il downlink del Ruckus. In questo caso la risposta è probabilmente nella natura del beamforming, una tecnica più orientata alla trasmissione che alla ricezione. L'access point dotato di beamforming può controllare l'invio dei segnali verso il client, ma non può fare nulla per migliorare il percorso inverso.

Per tornare all'esempio che abbiamo usato nel primo articolo, potete mettere le mani intorno a un orecchio per sentire meglio, ma non potete dire all'altra persona di parlare più forte, o di mettere le mani davanti alla bocca per indirizzare meglio la voce.

All'inizio del primo articolo vi abbiamo raccontato di aver notato una grande differenza con un netbook, passando da un dongle Wi-Fi Cisco 802.11n a un bridge Wi-Fi di Ruckus. La ragione, almeno in parte, è che entrambi i capi della connessione stavano usando la stessa tecnologia adattiva: tutti e due gli adattatori infatti stavano usando lo spatial multiplexing, la polarizzazione e altre soluzioni – per non citare lo spettro a 5 GHz invece di quello a 2,4 GHz.  Una situazione che, purtroppo, non riflette la maggior parte delle situazioni comuni.