Milioni di file torrent cancellati, eppure la pirateria è in forma smagliante

Recenti statistiche indicano che negli anni i produttori cinematografici e musicali hanno fatto rimuovere milioni tra file torrent e link sui motori di ricerca. Un'operazione colossale che tuttavia non è servita a contrastare con efficacia il fenomeno della pirateria.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ogni giorno muoiono migliaia di file torrent, colpiti a morte dai cecchini del copyright. A parte The Pirate Bay, infatti, gli altri motori torrent del mondo accettano le richieste di rimozione che giungono dai grandi produttori musicali e cinematografici. Tra i destinatari ci sono anche Google e altri motori di ricerca. 

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Ma come funziona? Semplicemente, ci sono persone e società che si dedicano a cercare contenuti protetti da copyright e condivisi illegalmente via torrent. Quando ne trovano uno spediscono una richiesta di rimozione, che il destinatario generalmente esegue senza pensarci due volte, in virtù del DMCA (Digital Millenium Copyright Act).

In pratica, tuttavia, i detentori di copyright si affidano a sistemi automatici che non hanno praticamente alcun filtro, e che spediscono migliaia di richieste ogni ora. Il risultato? Bitsnoop ha rimosso oltre 2 milioni di file negli anni, e KickAss Torrents più di 850.000. Google, a cui viene chiesto di rimuovere certi link dalla SERP (Search Engine Result Page), riporta invece quasi quattro milioni di link rimossi.

Numeri impressionanti, a cui dobbiamo ovviamente aggiungerne almeno altrettanti da siti meno conosciuti, o da quelli che non rendono pubbliche le proprie statistiche. Di fatto quindi possiamo affermare che la lotta alla pirateria audio/video riesce a eliminare ogni giorno migliaia e migliaia di possibili file illeciti.

Sembrerebbe un risultato notevole, eppure sappiamo bene che non serve a nulla. Chiunque abbia cercato di scaricare un file torrent sa benissimo che trovare un film o un disco recente è piuttosto facile, quando non proprio un gioco da ragazzi. Segno che i soldi spesi dai produttori per arginare il fenomeno sono sostanzialmente buttati.

Contribuisce al calo della pirateria, invece, la creazione di alternative che soddisfino la richiesta degli utenti. Non si tratta sempre di non pagare nulla - per quanto non manchino persone che guardano solo quello; spesso si tratta di comodità, di vero possesso del file, di compatibilità con diverse piattaforme, di disponibilità, di qualità dell'immagine e dell'audio.