Mindwriting, il software che trasforma i pensieri in parole scritte su uno schermo

Alcuni ricercatori della Stanford University hanno sviluppato un sistema dotato di intelligenza artificiale che trasforma i pensieri in parole.

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a cura di Sara Grigolin

Alcuni scienziati della Stanford University hanno sviluppato un software, chiamato mindwriting - letteralmente "scrittura mentale" - che consente di trasformare i pensieri in parole. Si tratta di una vera e propria rivoluzione che consente alle persone che hanno perso l'utilizzo delle braccia di comunicare velocemente e in modo autonomo.

Questo sistema, come riportano i colleghi di SciTechDaily, combina un software di intelligenza artificiale con un dispositivo, chiamato interfaccia cervello-computer o BCI, impiantato in un uomo con paralisi totale del corpo. Il software è stato in grado di decodificare le informazioni della BCI per convertire rapidamente i pensieri dell'uomo in testo visualizzato sullo schermo di un computer. L'uomo, tramite questo approccio, è riuscito a scrivere a una velocità doppia rispetto al metodo precedentemente realizzato dagli stessi sviluppatori e descritto sulla rivista eLife nel 2017.

Le nuove scoperte, che sono state pubblicate ieri su Nature, potrebbero stimolare ulteriori progressi per questa tecnologia, a beneficio di milioni di persone a livello globale che hanno perso l'uso degli arti superiori o la capacità di parlare.

"Questo approccio ha permesso a una persona paralizzata di comporre frasi a velocità quasi paragonabili a quelle degli adulti normodotati della stessa età, che digitano su uno smartphone" ha affermato Jaimie Henderson, professore di neurochirurgia. Il partecipante, indicato con il nome in codice T5, è riuscito a scrivere 18 parole al minuto. Una persona normodotata della stessa età è in grado di scrivere circa 23 parole al minuto con lo smartphone.

Nel dettaglio, l'interfaccia contiene due chip di piccole dimensioni, posizionati sul lato sinistro del cervello. Ogni chip è dotato di 100 elettrodi che raccolgono i segnali dai neuroni che si attivano nella parte della corteccia motoria, che governa il movimento della mano. Questi segnali neurali vengono poi inviati a un computer tramite dei cavi, dove algoritmi di intelligenza artificiale decodificano i segnali e ipotizzano il movimento della mano che ne consegue.

Il tasso di errore nella copiatura delle frasi di T5 è stato di circa uno ogni 18-19 caratteri, mentre nella composizione libera è stato di uno ogni 11,5 caratteri. Applicando poi la correzione automatica, simile a quella incorporata nelle tastiere dei nostri smartphone, il tasso di errore è nettamente calato: sotto l'1% nella copiatura e poco più del 2% nella composizione libera.