#Modem libero, l'AGCOM si sveglia e va in consultazione

L'AGCOM ha avviato una consultazione pubblica sul tema del modem libero. Dopodiché deciderà come intervenire per ristabilire la correttezza del mercato.

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a cura di Dario D'Elia

L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è finalmente ritornata sul tema del modem libero, avviando una consultazione pubblica sul tema.

L'obiettivo è di coinvolgere consumatori, fornitori di servizi di accesso, produttori, distributori e installatori di apparecchiature, nonché associazioni per stabilire "possibili misure per la libera scelta delle apparecchiature terminali da parte di consumatori e utenti finali di servizi di connessione ad una rete pubblica di comunicazioni o di servizi di accesso a Internet". La scadenza della consultazione è fissata a 30 giorni da oggi.

router

L'intento dell'AGCOM è di acquisire informazioni e osservazioni sull'organizzazione e il funzionamento del mercato delle apparecchiature terminali e, in particolare, sulle modalità di scelta e utilizzo da parte degli utenti di servizi di accesso a reti di pubbliche di comunicazioni e alla rete Internet. I consumatori dovrebbero essere messi "nelle condizioni di poter scegliere liberamente e consapevolmente, secondo i principi della neutralità della rete".

Le domande poste in consultazione mirano a:

  • chiarire il perimetro di analisi e identificare prodotti e servizi rientranti nelle apparecchiature terminali
  • raccogliere elementi e informazioni per individuare le problematiche e le possibili barriere all'utilizzo che possono derivare dalla complessità dei prodotti e dal grado di innovazione tecnologica
  • valutare l'opportunità di intervenire con eventuali misure e regole di condotta a garanzia della libertà e della qualità dei servizi di accesso a reti pubbliche di comunicazioni e di accesso a Internet.

Bisogna quindi capire se i vincoli contrattuali o quelli della fornitura del router in abbinamento ai servizi siano giustificati.

Insomma, la documentazione raccolta consentirà al Garante di valutare possibili azioni da intraprendere nell'ambito dei principi e delle condizioni dettate dal Codice delle comunicazioni elettroniche e dal Regolamento europeo in materia di libero accesso ad un'Internet aperta.

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Com'è risaputo questa è una battaglia che parte da lontano e riguarda la possibilità per i clienti residenziali di poter scegliere liberamente il router che preferiscono senza avere l'obbligo di affidarsi a quelli degli operatori. Nella maggior parte dei casi non sembrano delinearsi problemi tecnici, tanto più che i clienti più insistenti nel tempo sono riusciti a ottenere almeno i parametri per la navigazione online - ma non purtroppo quelli per effettuare le telefonate. Ovviamente a cascata si è liberi di farsi una costellazione di router in casa, ma questo non è il tema del contendere.

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Il punto di riferimento di questa battaglia è stato fino a ora il deputato Ivan Catalano (Civici Innovatori). Dopo aver fatto ben 2 interpellanze al governo è riuscito a strappare l'impegno dell'AGCOM sulla questione. Per altro, secondo i produttori di router e le associazioni dei consumatori, la transizione al "modem libero" ha già un esempio concreto in Europa.

In Germania con una norma ad hoc del 2016 si è stabilito che "il consumatore finale può scegliere quale apparecchiatura terminale venga connessa dietro il termine della rete passiva, indipendentemente da come la singola apparecchiatura terminale di telecomunicazione sia definita".

Insomma, come tante criticità in Italia, il tema è solo quello del "quando".

"Su questo segmento di mercato è necessario garantire due legittime esigenze. La prima è quella di efficienza e semplicità per le imprese che forniscono spesso il terminale come parte del 'pacchetto' proposto dall'operatore telefonico alla sottoscrizione del contratto, perché ciò semplifica le attività di attivazione della linea e di assistenza sia per il cliente che per l'impresa", - ha spiegato Antonio Nicita, relatore del provvedimento.

"La seconda esigenza è quella di garantire libertà di scelta soprattutto per i consumatori digitalmente più evoluti, i quali talvolta preferiscono invece utilizzare apparati diversi da quelli forniti dall'impresa telefonica, al fine di avere accesso a servizi e prestazioni più personalizzate".


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