Mullins e Beema, AMD a caccia di tablet e prodotti ibridi

Mullins e Beema sostituiscono Temash e Kabini. I due SoC, realizzati a 28 nanometri, promettono un incremento di due volte nelle prestazioni per watt. All'interno anche un chip ARM per la sicurezza.

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a cura di Manolo De Agostini

Non solo Kaveri nel futuro di AMD, ma anche Mullins e Beema, successori rispettivamente di Temash e Kabini. Si tratta di due system on chip (dual e quad-core) a 28 nanometri attesi per la prima metà del 2014, basati su architettura x86 (core Puma) e GPU GCN (Graphics Core Next), in grado di offrire due volte le prestazioni per watt dei prodotti precedenti. Un miglioramento frutto non solo di ottimizzazioni a livello di SoC sul fronte dei consumi, ma probabilmente anche di frequenze più elevate.

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Mullins è l'offerta dedicata alla creazione di tablet fanless (senza ventola), prodotti 2-in-1 (che possono essere sia notebook che tablet) e anche notebook tradizionali. Beema è invece stato progettato per offrire prestazioni superiori, e si rivolgerà ai medesimi settori di Mullins, salvo quello dei tablet. L'azienda non ha discusso dell'architettura dei core Puma, che sostituiscono quelli Jaguar, ma si è limitata a dire di aver ottimizzato il design. Dalle slide si evince comunque l'assenza di funzioni HSA, fiore all'occhiello di Kaveri.

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Interessante inoltre l'integrazione di un core ARM Cortex-A5 con tecnologia TrustZone che si occupa della sicurezza. AMD lo chiama "Platform Security Processor" e lo abbrevia in PSP. Questo core è pensato per offrire un "Trusted Execution Environment" (TEE) per proteggere gli utenti da malware e virus soprattutto durante operazioni di autenticazione, pagamento, etc. Anche in questo caso i dettagli latitano, ma sembra che TrustZone suddivida i processi in due "ecosistemi virtuali", uno "sicuro" e uno "normale".

Per due SoC che si rivolgono al mercato mobile i consumi però sono tutto e in tal senso vediamo che Beema è attestato a 10-25 W (a seconda del modello) mentre Mullins si ferma circa 2 W. Va sottolineato tuttavia che nel primo caso probabilmente AMD parla di TDP, mentre nel secondo caso si tratta di Scenario Design Power (SDP), quindi il TDP potrebbe essere leggermente più alto, forse pari a 4,5 W. Le prestazioni con PCMark 8 e 3DMark 11 (in tabella) mostrano come i due nuovi SoC siano superiori rispetto ai predecessori. Il punto, tuttavia, è stabilire come si raffrontano con la concorrenza. Purtroppo i test sintetici sono sempre da prendere con le pinze e non conosciamo le frequenze di lavoro dei chip Beema e Mullins.

  Temash A6-1450 (8W) Mullins (4.5W) Incr. prest.(%) Kabini A6-5200 (25W) Beema (15W) Incr. prest. (%)
PCMark 8 Home 1343 1809 35% 1861 2312 24%
3DMark 11 468 570 22% 685 823 20%

AMD ha creato inoltre anche Dockport, una tecnologia che combina USB 3.0 e DisplayPort 1.2 su un unico cavo e che, tramite dock, consente di controllare: fino a quattro monitor, mouse e tastiera, hard disk esterni, lettori ottici, stampanti e (virtualmente) qualsiasi periferica o dispositivo con supporto DisplayPort 1.2. Come si può evincere dall'immagine, serve a chi sposta molto il computer portatile, o il prodotto "ibrido", e ha necessita di collegare più periferiche in un luogo specifico come può essere il posto di lavoro.

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Infine ecco Microsoft InstantGo, una tecnologia supportata da AMD nota anche come Connected Standby, che permette al vostro portatile di "svegliarsi" dalla modalità sleep rapidamente e scaricare periodicamente piccoli aggiornamenti, come le email, notifiche delle live tile e così via. Secondo AMD il risveglio avviene in meno di 500 millisecondi e permette di essere immediatamente operativi. Insomma, un funzionamento in stile smartphone e tablet, che sono (all'apparenza) sempre attivi e pronti all'uso non appena ne abbiamo bisogno.

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Tirando le somme è difficile elogiare o criticare le due nuove soluzioni di AMD senza una prova diretta, perciò tutto quello che possiamo esprimere sono pensieri in libertà. Bisogna andare oltre le slide e prendere atto che questi SoC se la vedranno sia con i core ARM - attuali e di nuova concezione - sia con le soluzioni Intel Bay Trail, basate su architettura Silvermont a 22 nanometri.  

Forse è proprio il processo produttivo, ancora a 28 nanometri, è uno dei talloni di Achille più importanti che impediscono ad AMD di competere al meglio su tutti i fronti. Assicurandosi i 20 nanometri l'azienda avrebbe ottenuto sicuramente un'ulteriore riduzione dei consumi, conservando prestazioni adeguate alle richieste di mercato. Questo l'avrebbe facilitata nel siglare partnership con le aziende che realizzano tablet. AMD deve trovare un modo di essere più presente in quel segmento di mercato, e soprattutto entrare in prodotti che abbiano un certo seguito di pubblico e mediatico. Fino a quando la casa di Sunnyvale non riuscirà a fare tutto questo, rimarrà una comprimaria alla ricerca di un delicato equilibrio nel far quadrare i conti.

E mentre un giudizio certo - lo ribadiamo - si potrà dare solo il prossimo anno, la sensazione non è delle più positive: non c'è un vero fattore "wow" che fa pensare a produttori pronti a sgomitare tra loro per passare da ARM/Intel ad AMD e soprattutto il mercato che non sembra mostrare segni di flessione nel tasso di innovazione, pur partendo da una situazione di oggettivo vantaggio. AMD fa costantemente dei progressi, ma senza un salto triplo rischia di inseguire anche questa volta. Non ci resta quindi che attendere la risposta da parte dei produttori: potremo farci un'idea più chiara al CES 2014 di Las Vegas, all'inizio di gennaio.