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a cura di Manolo De Agostini

L'Autorità Garante della Concorrenza e Mercato ha comminato a Telecom Italia una sanzione pari a €152 milioni per aver abusato della propria posizione dominante sui mercati dei servizi di tlc su rete fissa all'utenza affari.

In pratica, secondo quanto accertato dall'Antitrust, TI ha messo in atto una "strategia unitaria, chiaramente definita a livello centrale", per escludere i concorrenti dal mercato e preservare così la posizione di dominanza storicamente detenuta.

In particolare, i comportamenti incriminati - rileva il Garante - si riferiscono ad una condotta contrattuale e commerciale tale da precludere del tutto la possibilità degli altri operatori di offrire servizi concorrenti.

A ciò - sottolinea ancora l'Autorità - si è aggiunta una formulazione di condizioni economiche e tecniche offerte alla clientela non replicabili dai concorrenti.

Tali comportamenti sono stati giudicati discriminatori e lesivi della concorrenza, poichè hanno permesso a TI di offire ai propri concorrenti condizioni tecniche ed economiche peggiorative rispetto a quelle praticate alla propria clientela, ostacolando così, non solo l'accesso dei concorrenti ai mercati dei servizi finali, ma anche influenzando negativamente i prezzi praticanti agli utenti finali.

La condizione di TI - sottolinea il Garante - è ancora più grave se si pensi che su di essa grava una speciale responsabilità in funzione della sua storica dominanza.

Nel procedere alla quantificazione della sanzione, l'Autorità ha tenuto conto della particolare gravità delle infrazioni accertate e della circostanza che TI è stata più volte condannata in relazione a comportamenti sostanzialmente analoghi.

Non s'è fatta attendere la risposta dell'azienda che si è detta "certa della legittimità dei comportamenti tenuti e convinta della infondatezza della decisione adottata dall'Antitrust" e pronta a ricorrere al Tar per chiedere l'annullamento del provvedimento.