Nasce a Milano il microprocessore superveloce del futuro

I computer del futuro saranno piccoli e superveloci grazie al progetto SWING coordinato dal Politecnico di Milano.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Creare processori più piccoli e cambiare il modo in cui dialogano per renderli più piccoli, veloci, flessibili e intelligenti. È questo l'obiettivo del progetto SWING, coordinato dal Politecnico di Milano.

SWING (Patterning Spin-Wave reconfIgurable Nanodevices for loGics and computing) fa parte del Programma Horizon2020 della Comunità Europea, ed è stato assegnato a Edoardo Albisetti nell'ambito delle Marie-SkÅ‚ovdowska Curie Action - Global Fellowships (MSCA-GF) ed è Coordinato dal Professor Riccardo Bertacco del Politecnico di Milano.

Edoardo Albisetti
Edoardo Albisetti

I primi due anni di ricerche si svolgeranno presso i laboratori del Nanoscience Initiative of the CUNY Advanced Science Research Center, New York (USA). Il terzo e ultimo anno si svolgerà nel gruppo di Nanomagnestismo del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, presso Polifab, il centro per la micro e nano-fabbricazione del Politecnico di Milano.

SWING prevede l'impiego dell'innovativa tecnica "tam-SPL", una tecnica "furba" inventata dal Dipartimento di Fisica del Politecnico per controllare le configurazioni di spin in un film di materiale magnetico. Ciò al fine di creare circuiti magnetici miniaturizzati da impiegare per elaborare l'informazione nei nostri dispositivi.

swing

I magneti permanenti che decorano i nostri frigoriferi sono composti di materiale ferromagnetico. In essi, i momenti magnetici degli elettroni, cioè gli spin, sono prevalentemente allineati in una direzione, concorrendo così a creare la forza macroscopica che li tiene attaccati al nostro frigorifero.

Gli spin elettronici non sono fissi, interagiscono infatti con l'ambiente circostante e reagiscono a stimoli esterni riorientandosi. Ciò fornisce la possibilità di manipolare la configurazione di spin all'interno di un materiale.

I ricercatori del gruppo di nanomagnetismo del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano utilizzano la tecnica "tam-SPL" e con la scansione di una "penna ultrasottile" (la punta di un microscopio a forza atomica) su una sorta di "lavagna magnetica", sono in grado di scrivere, cancellare e riscrivere a piacimento una configurazione di spin. Il tutto con una precisione spaziale migliaia di volte superiore allo spessore di un capello.

processore

"Un materiale ferromagnetico è una sorta di mare di spin", spiega il Politecnico. "Se in esso gettiamo l'equivalente magnetico di una pietra, si generano delle perturbazioni dell'orientazione dello spin che si propagano come le onde nel mare. Queste prendono il nome di onde di spin, ed il loro uso potrebbe rivoluzionare la modalità di processare l'informazione in nuovi chip da usare in computer o smartphone".

Potremo avere circuiti entro i quali confinare la propagazione delle onde di spin, controllarne le proprietà e permetterne l'interazione. Tutto ciò in modo molto simile all'ottica integrata, con la differenza che le onde di spin possono avere lunghezze d'onda inferiori a quelle della luce visibile e quindi permettere una maggiore miniaturizzazione.