Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Le notizie provenienti dall’Electronic Entertainment Expo di Los Angeles continuano ad entusiasmare il pubblico. Filmati, preview e le dichiarazioni dei più alti dirigenti delle software house sembrano soffiare sulle ali dell’industria videoludica. Purtroppo bisogna segnalare un’unica nota dolente: è molto probabile che Nintendo non investirà nello sviluppo di una nuova versione del Game Boy Advance. “Il nostro impegno con la linea DS e la razionalizzazione del risorse, anche a causa di Wii, non ci permette di pensare alla prossima generazione del GBA”, ha dichiarato Satoru Iwata, presidente della Nintendo. “Il mercato giapponese si sta concentrando sul DS. Non abbiamo bisogno di qualche altro prodotto che possa raffreddare la situazione”.

http://www.tomshw.it/articles/20060512/nin1.jpg

Effettivamente i dati sulle vendite del modello DS sono decismanete entusiasmanti. In tutto il mondo ne sono stati venduti 16 milioni (6 milioni in Giappone in soli 14 mesi), molti di più di quanto abbia fatto Sony con la PSP. Dal 2005 il GBA, compresi i modelli SP e Micro, ha raggiunto quota 74 milioni di unità, permettendo al colosso giapponese di dominare l’intero mercato giapponese delle mini-console portatili.

http://www.tomshw.it/articles/20060512/nin2.jpg

Per quanto riguarda la nuova console Wii, il cui lancio è programmato per l’autunno 2006, Iwata ha confermato che fin dal primo momento saranno disponibili un numero cospicuo di titoli, praticamente il doppio rispetto a quanto avvenne con il GameCube. Fra questi sicuramente: “The Legend of Zelda: Twilight Princess” e “Red Steel” della Ubisoft.

http://www.tomshw.it/articles/20060512/nin3.jpg

“Il nostro obiettivo non è quello di lottare nel mercato delle console di nuova generazione, ma di attirare il pubblico meno scafato. Non combatteremo Sony o Microsoft, ma l’indifferenza dei nostri potenziali clienti”, ha spiegato Iwata. “In fondo, siamo gli unici che hanno ammesso di mirare al pubblico che non gioca o che ha smesso di giocare, abbattendo di fatto il muro all’interno delle case fra i giocatori e i non giocatori”.