Obama blocca la pistola stampata in 3D ma è troppo tardi

Washington ha chiesto e ottenuto la rimozione dei progetti delle armi da stamparsi in 3D dal sito del produttore. Ormai però le informazioni stanno circolando, e non c'è modo di evitare che arrivino nelle mani di chiunque.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

È arrivato a tempo di record il blocco della pistola stampata in 3D da parte di Washington. Il Dipartimento di Stato USA ha infatti chiesto a Defense Distributor di togliere dal sito il progetto della Liberator e altri. Tutto a pochi giorni dall'apparizione della prima pistola funzionante stampata in 3D.

Secondo le autorità distribuire i progetti online potrebbe violare le leggi sul traffico d'armi, e così Defense Distributed li ha subito tolti dal proprio sito; ma ormai sono già su circuiti difficili da controllare – se ne trovano per esempio su The Pirate Bay.

A questo punto le informazioni create da Cody Wilson, fondatore e dirigente di Defense Distributed, sono completamente fuori controllo. Chiunque al mondo può scaricare i progetti della Liberator e crearsi una pistola funzionante in ogni parte, e per usarla dovrà solo procurarsi le munizioni.

L'azienda in ogni caso non sarà accusata di aver violato le leggi sull'esportazione, avendo prontamente rimosso i file su richiesta del governo; quest'ultimo, inoltre, deve ancora determinare se mettere delle informazioni online in questo modo sia effettivamente una violazione.

È lecito pensare che dietro alla scelta di Washington ci sia qualcos'altro. Si può pensare senz'altro al dibattito sulle armi da fuoco negli USA, che si è recentemente ravvivato. E poi ci sono i produttori di armi, i mercanti e i politici legati a questo settore economico: tutte persone che probabilmente non vedono di buon occhio le armi stampate in 3D, e ancora meno progetti che circolano liberamente.