Presto gli Ad-Blocker smetteranno di funzionare su Chrome

Il passaggio all'API Manifest V3 impedirà agli Ad-Blocker di funzionare sui browser che hanno sempre fatto.

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a cura di Rodrigo Boschi

In questi giorni sta suonando un campanello d’allarme per gli utenti Chrome: se da un lato Google cerca di rendere il suo browser il migliore su piazza, alcune nuove funzionalità siamo certi non saranno poi così apprezzate. La Electronic Frontier Foundation (EFF) prende di mira Manifest V3 , una tecnologia annunciata da Google nel 2018 e adottata anche da Mozilla per il browser Firefox, che dovrebbe semplificare lo sviluppo di estensioni compatibili.

Proprio da qui nasce il problema: con l’adozione di Manifest V3 in Chrome a partire da Gennaio 2022, le estensioni non aggiornate (basate quindi sulla versione 2) smetteranno di funzionare. Manifest V3 diventerà un requisito minimo per le nuove estensioni ammesse nel Chrome Web Store.

Sulla carta il nuovo set di API va tutto a vantaggio degli utenti, che dovrebbero vedere la propria privacy tutelata e dovrebbero essere più al sicuro da estensioni che alterano il comportamento del browser, reindirizzando il traffico verso falsi siti e mostrando pubblicità. Sfortunatamente però Manifest V3 non si limita a questo: secondo EFF questa scelta sarà un problema e nuocerà a molte estensioni, come ad esempio gli Ad-Blocker.

Google vuole colpire le estensioni non legittime, tuttavia inibirà anche le funzionalità usate dagli Ad-Blocker. Proprio questi ultimi saranno bersagliati dalle restrizioni della nuova API: fino ad oggi, le estensioni per Chrome godevano di ampio margine di manovra e potevano manipolare liberamente tutto il traffico internet che passa dal browser tramite una API chiamata WebRequest. con Manifest V3 si passerà a DeclarativeNetRequest, scelta che impone un cambio d’approccio per il funzionamento delle estensioni, con gli sviluppatori che dovranno definire in anticipo e caso per caso il comportamento della loro estensione, attenendosi al limitato numero di opzioni previste dal browser.

Se da un lato la sicurezza di alcuni utenti (soprattutto i più inesperti) ne trarrà giovamenti, dall'altro questo approccio andrà ad inibire il funzionamento di tutti i più popolari Ad-Blocker, impedendo alle varie estensioni l’accesso alle funzioni di analisi di traffico ed alterazione delle pagine webIl cambiamento di standard non riguarda in realtà solo Chrome, quanto piuttosto tutti i browser basati su Chromium, come ad esempio Opera, Vivaldi, Brave e Microsoft Edge saranno soggetti a queste nuove restrizioni.

Nonostante anche Mozilla abbia deciso di adottare Manifest V3 per il browser Firefox, ha scelto di non imporlo come standard unico lasciando attivo il supporto al vecchio Manifest V2 e permettendo agli Ad-Blocker di funzionare su Firefox come hanno sempre fatto.