Primo prototipo di HPE The Machine, il computer del futuro

Hewlett Packard Enterprise ha dimostrato per la prima volta la Memory-Driven Computing Architecture, un nuovo concetto di computer noto come The Machine.

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a cura di Manolo De Agostini

Nel 2014 HP annunciava The Machine, l'ambizioso progetto di un computer totalmente nuovo, concepito da zero per rispondere alle necessità del futuro. Da quel momento non se ne è saputo più nulla, almeno fino a ieri, quando in un evento a Londra l'azienda ha comunicato di aver creato un prototipo funzionante di The Machine.

Il prototipo, come descritto sul Wall Street Journal, è ancora ben lontano dall'idea iniziale. L'obiettivo è dare vita al cosiddetto "Memory-Driven Computing", un concetto che mette la memoria e non i processori al centro della piattaforma per ottenere miglioramenti di prestazioni ed efficienza oggi impossibili da raggiungere.

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I moduli di memoria di The Machine

In principio HP puntava al 2018 per il debutto di The Machine, ma il piano è cambiato. Ora l'azienda punta a usare alcuni componenti ideati per il sistema nei server tradizionali tra il 2018 e il 2019, facendo slittare il tutto al 2020 e oltre. Oggi è impossibile stabilire una data certa.

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The Machine si presenta anzitutto come un nuovo concetto di server, ma l'obiettivo secondario di Hewlett Packard Enterprise è quello di portare alcune, se non tutte, le tecnologie anche sui computer tradizionali. Nel 2014 l'azienda spiegava che si sarebbe trattato di "un sistema basato su cluster di processori specializzati piuttosto che tanti core general purpose. A collegare il tutto ci penserà la fotonica - la luce - piuttosto che dei fili in rame. Inoltre non verranno usati hard disk o SSD ma memristori, memorie veloci quanto le RAM ma capaci di archiviare dati in modo non volatile (cioè conservano dati in assenza di energia)".

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Il prototipo di The Machine permette ai programmatori di iniziare il fondamentale lavoro sul software. Affinché il sistema renda al meglio i programmi devono essere scritti diversamente, in modo da adattarsi alla nuova architettura.

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Una parte di The Machine è già in produzione: si chiama X1, ed è un chip con relativi componenti progettati per ridurre drasticamente il costo di trasmissione dei dati su connessioni in fibra ottica. Secondo gli ingegneri di HPE X1 permette una trasmissione dati da un sistema all'altro veloce quanto quella all'interno di un singolo sistema. In secondo luogo X1 consente ai progettisti di impilare i componenti verticalmente per risparmiare spazio.

Secondo HPE la versione completa di The Machine potrebbe garantire miglioramenti velocistici di diverse migliaia volte in compiti specifici, come valutare il profilo di rischio portafogli finanziari molto grandi o impedire le frodi che riguardano le carte di credito.

Il sistema sarà in grado per esempio di vagliare tra un gran numero di operazioni di calcolo per identificare segni di attività anomala che indicano un attacco. "I sistemi odierni possono analizzare 50.000 eventi al secondo e confrontarli con cinque minuti di eventi precedenti", ha spiegato HPE. Con The Machine sarà possibile confrontare 10 milioni di eventi al secondo con 14 giorni di attività precedenti.

In questo filmato HPE riassume per sommi capi l'architettura di The Machine

Con la nuova architettura HPE punta a "infrangere ogni regola", ha sottolineato Meg Whitman, presidente e amministratore delegato di Hewlett Packard Enterprise. Oggi i computer tradizionali per funzionare devono suddividere i calcoli in modo che siano gestibili dai singoli processori. Questo comporta il recupero dei dati dalla memoria e/o SSD/hard disk. In molti casi i processori devono attendere che il dato sia copiato e trasferito avanti e indietro tra i vari componenti.

Con The Machine si vogliono evitare queste "perdite di tempo". Centinaia di migliaia di processori simultaneamente possono attingere ai dati memorizzati in un ampio "pool" di memoria contenuta in un server o più macchine in un datacenter.

Il prototipo realizzato da HPE è basato su due moduli che contengono 8 terabyte di memoria - circa 30 volte la quantità presente in molti tradizionali server. In futuro però sarà possibile avere a disposizione centinaia di terabyte, collegando tra loro più moduli. Per il suo prototipo HPE si è avvalsa di memoria DRAM tradizionale, che tuttavia perde i dati archiviati in assenza di energia.

L'azienda punta a usare memristori, che mantengono il dato anche senza energia. Al momento però non è chiaro quando saranno aggiunti al sistema. Poco male: il prototipo basato sulla DRAM consente ai programmatori di scrivere software per la macchina e questo è ciò che conta oggi. Per rivoluzionare il mondo dei computer c'è ancora tempo.

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