Processori basati su DNA, team coreano realizza un primo prototipo

Un team di ricercatori sud coreani ha realizzato un processore realizzato con molecole di DNA, soluzione che potrebbe essere sempre più utilizzata in futuro.

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a cura di Antonello Buzzi

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Il calcolo basato su DNA rappresenta una delle promesse per il futuro dell’informatica. Come riportato dai colleghi di The Register, un gruppo di ricercatori della Incheon National University della Corea del Sud ha sviluppato un processore piuttosto semplice fatto di molecole di DNA, sperando di sostituire in futuro le tradizionali CPU elettroniche.

L'uso delle molecole di DNA in campo informatico è stato discusso principalmente come supporto di memorizzazione. Quando la biologia e l'informatica si sono unite, i ricercatori hanno effettuato alcuni esperimenti per usare molecole di DNA come soluzioni di archiviazione in grado di contenere facilmente terabyte di dati. Tuttavia, questo ha portato a un piccolo problema: la lettura e la scrittura richiedono fino a un secondo. Ciò è dovuto principalmente al fatto che l'archiviazione su DNA funziona secondo un principio diverso. Una soluzione naturale a questo consiste nella realizzazione di un processore basato su molecole di DNA che opererà in base allo stesso principio di formattazione dei dati. Questo è esattamente ciò che è stato recentemente presentato.

Secondo The Register, i ricercatori della Incheon National University della Corea del Sud hanno sviluppato una nuova tecnologia che utilizza molecole di DNA per eseguire calcoli classici, incapsulando tutto in un semplice form factor. Chiamata Microfluidic Processing Unit (MPU), incorpora elementi di elaborazione su DNA per eseguire alcune operazioni di base, come AND, OR, XOR e NOT. Sebbene siano piuttosto basilari, queste operazioni rappresentano un enorme balzo in avanti poiché si tratta di alcune delle prime implementazioni di molecole di DNA per il calcolo.

In precedenza, per eseguire qualsiasi operazione di base con il DNA, i ricercatori dovevano impostare manualmente configurazioni complesse che sarebbero state eseguite in tubi di reazione, poco pratici da usare. Al contrario, la MPU di nuova concezione fa tutto automaticamente ed è realizzata con una stampante 3D. Ciò riduce la complessità e consente un primo passo verso la creazione di un processore in esecuzione su molecole di DNA. Il chip era controllato da un PC e può essere gestito anche da uno smartphone. Ciò significa che si ha ancora bisogno di risorse esterne per impartire comandi, tuttavia, i ricercatori hanno affermato che: "la ricerca futura si concentrerà su una soluzione di calcolo del DNA totale con algoritmi e sistemi di archiviazione su DNA".