Quando ogni mega era prezioso ed era "compresso al volo"

Oggi non abbiamo problemi a immagazzinare tutto in formato digitale ma, in passato, i software di compressione erano fondamentali per ottimizzare l'utilizzo dello spazio.

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a cura di Felice Pescatore

Oggi le dimensioni dei sistemi di storage si misurano in centinaia di gigabyte, e sempre più in terabyte, dando l'idea di poter teoricamente immagazzinare in formato digitale tutto il nostro mondo.

Ma agli albori dell'informatica la situazione era ben diversa e c'è stato un periodo in cui i software di compressione "on-the-fly" erano installati praticamente su qualsiasi personal computer, consentendo agli utilizzatori, anche ai meno esperti, di ottimizzare l'utilizzo dello spazio fino al singolo byte.

In questo speciale andremo a ripercorrere proprio la breve storia di queste soluzioni, dalla loro origine alla loro scomparsa quasi definitiva, almeno come soluzioni stand-alone.

Da pochi mega ai tera

Il 4 settembre del 1956, la International Business Machine annuncia il 350 Disk Storage Unit, il primo sistema di storage magnetico ufficialmente disponibile sul mercato, rendendolo disponibile per l'acquisto qualche giorno dopo insieme al calcolatore 305 RAMAC (Random Access Method of Accounting and Control).

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Figura 1 - Trasporto del 350 Disk Storage Unit

Progettato da Reynold Johnson, ispiratosi ai jukebox, il 350 DSU aveva dimensioni paragonabili a due frigoriferi, pesava una tonnellata, richiedeva un compressore d'aria separato per proteggere le testine ed aveva un costo di circa $ 35.000 (l'equivalente di oltre $ 250.000 di oggi).

Lo storage magnetico era costituito da 50 piattelli da 24 pollici in grado di immagazzinare ben 5 megabyte, mentre il tempo richiesto per trovare una traccia era di 600 millisecondi e la velocità di trasferimento era di 8.800 caratteri al secondo.

Interessante evidenziare come il DSU non è accompagnato dalla terminologia "hard disk", che invece comincia ad essere usata intorno al 1970 per distinguere queste unità dai neonati floppy disk.

La dimensione di 5 mega sembrava una enormità, e la stessa capacità, anche se con ingombri e peso praticamente nulli se paragonate a quelli del DSU, caratterizzò il primo disco rigido per Personal Computer, il Seagate ST-508 del 1980. Al di là delle caratteristiche specifiche, con il prodotto di Seagate il vaso di pandora è orami aperto: l'aumento delle dimensioni, delle prestazioni e l'abbattimento dei costi (da 2.057$ dollari per megabyte nel 1960 ai circa $ 0.00006 di oggi, visto che attualmente il costo di un hard disk drive da 1TB è pari a circa $ 60) si susseguono senza sosta a ritmi sempre più sostenuti.

Come anticipato, però, in questo speciale non vogliamo ripercorre la storia di come gli hard disk siano diventati "grandi", ma vogliamo riportare la nostra mente alla prima metà degli anni '90 quando la normalità erano i dischi tra i 20 ed i 40 MB, con un costo che si attestava intorno ai 10$ per Mb.