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a cura di Dario D'Elia

Dopo tanti anni di chiacchiere, finalmente è arrivato il momento dei primi test sul campo dei nuovi giornali elettronici. Non quelli online – che tutti ben conosciamo – ma le versioni plastiche aggiornabili digitalmente, capaci anche di funzioni multimediali. “Gli schermi flessibili permetteranno la diffusione istantanea dei giornali ovunque e su supporti inediti, dal braccialetto-orologio ai muri delle stazioni e degli aeroporti”, ha dichiarato Bruno Rives, fondatore della società di consulting Tebaldo, sulle pagine di Le Monde.

Insomma, la visione sci-fi sta per diventare realtà. E-ink, l’azienda che per prima ha sviluppato il supporto in questione, ha confermato che la sua diffusione inizierà nel 2015. E bisogna credergli perché in Belgio almeno 200 lettori della testata De Tijd stanno testando in queste settimane il nuovo supporto. Venerdì 17 marzo il giornale economico francese Les Echos ha mostrato alla stampa il suo primo prototipo compatibile. “Lo schermo flessibile sta uscendo dai laboratori di ricerca per entrare nella fase produttiva. Ma le prime applicazioni saranno delle etichette elettroniche che indicano i prezzi dei prodotti.

Si può pensare poi a dei notebook che, una volta chiusi, continuano a visualizzare informazioni grazie a uno schermo flessibile posto sulla parte superiore”, ha spiegato un portavoce di Plastic Logic, azienda leader nella ricerca & sviluppo di queste soluzioni.

La modalità di aggiornamento delle pellicole avverrà tramite dispositivi wireless, come il Wi-Fi e il Bluetooth. Il problema a questo punto è legato alle strategie future dei grandi gruppi editoriali. Già, perché il lavoro stesso delle testate è destinato a cambiare, soprattutto per quanto riguarda i tempi di elaborazione delle notizie. New York Times, El Pais e Yomiuri Shimbun si stanno interrogando sugli effetti collaterali di questa rivoluzione. La stessa Ifra, l’associazione internazionale degli editori, ha posto la questione al centro di un acceso dibattito. Fra meno di 10 anni il cartaceo andrà in pensione, con evidenti benefici economici per le testate e l’ambiente. I professionisti del settore saranno in grado di adattarsi alle nuove esigenze?