Raspberry Pi OS 64 bit ora disponibile in versione stabile

È finalmente disponibile la versione stabile di Raspberry Pi OS 64 bit, particolarmente utile per i modelli con più di 4GB di RAM.

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a cura di Antonello Buzzi

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Dopo un periodo di beta piuttosto lungo, la versione a 64 bit di Raspberry Pi OS è giunta finalmente alla sua release stabile. L'annuncio è arrivato tramite un post sul blog ufficiale di Gordon Holingworth, Chief Product Officer di Raspberry Pi Ltd. Tuttavia, questa nuova edizione non è ancora destinata a sostituire quella a 32 bit.

Originariamente reso disponibile come beta nel maggio 2020, Raspberry Pi OS 64 bit possiede lo stesso aspetto della versione a 32 bit, ma è in grado di sfruttare in maniera migliore gli ultimi modelli di Raspberry Pi. Dal Raspberry Pi 3 in poi (e un modello di Raspberry Pi 2 basato su un SoC Pi 3 downcloccato) i vari modelli di Raspberry Pi sono stati compatibili con software a 64 bit. Per mantenere la compatibilità tra tutte le varianti, Raspberry Pi ha mantenuto un sistema operativo a 32 bit, ma ora che l’ago della bilancia si è spostato maggiormente verso SoC che supportano i 64 bit, è stato necessario realizzare anche un sistema operativo adeguato.

Per ora, l'immagine a 32-bit è ancora quella predefinita e raccomandata promossa dallo strumento Raspberry Pi Imager. Questa mossa assicura che i nuovi utenti possano essere operativi indipendentemente dal modello di Pi che possiedono. Se volete provare l'immagine a 64 bit, essa si trova nella sezione Raspberry Pi OS (other).

Hollingworth ha spiegato che la versione a 64-bit ha avuto meno tempo di test rispetto alla build a 32 bit e quindi potrebbe avere problemi non ancora individuati. Al momento, non c'è il supporto per Widevine DRM e questo significa che non è riprodurre filmati multimediali da siti come Disney+ e Netflix. L'attuale workaround, spiegato nel post del blog, richiede di installare il browser Chromium a 32 bit. Hollingworth ha chiarito che le prestazioni tra le due architetture non sono un problema, dicendo che "non c'è fondamentalmente alcuno svantaggio nel farlo".

Il Raspberry Pi 4 e il Compute Module 4 hanno introdotto un dilemma che non era esistito prima nell'ecosistema Pi. Ci sono modelli che hanno più di 4GB di RAM e, tipicamente, un OS a 32 bit non può accedere a più di 4GB. Tuttavia, per quelle schede, il sistema operativo Raspberry Pi a 32 bit lavora ancora intorno al limite in una certa misura.

"Su Raspberry Pi 4, usiamo l'ARM Large Physical Address Extension (LPAE) per accedere fino a 8GB di memoria, soggetto al vincolo che ogni processo è limitato all'accesso a 3GB (riserviamo il primo 1GB dello spazio di indirizzamento virtuale per il kernel)" - ha spiegato Hollingworth. Per ora, 32-bit e 64-bit funzioneranno in parallelo, offrendo agli utenti di Raspberry Pi sia nuovi che vecchi l'opportunità di spremere al massimo il popolare Single Board Computer.