Il successo e... la fine

Piccolo, piatto e (quasi) quadrato, non è stato solo una delle pietre miliari della diffusione dell'informatica fra le masse ma anche un oggetto dal design pratico ed intelligente.

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a cura di Tom's Hardware

Facilità di trasporto, capienza (per l'epoca), leggerezza e standardizzazione spianarono la strada e decretarono il successo del MFD.

Qualunque PC prodotto da metà degli anni '80 a metà degli anni '90 era dotato di un lettore di Floppy Disk da 3,5" che divenne il mezzo preferito per lo scambio di file e programmi, legittimi e non. Nelle case e negli uffici erano normale trovare contenitori in plastica colmi di floppy il cui contenuto spesso era un mistero anche per i proprietari.

Oggi misuriamo lo spazio in TB perché anche i GB iniziano ad andarci stretti, ma nell'Aprile del 1992 Microsoft iniziò la distribuzione di Windows 3.1 e bastavano sei floppy disk da 3,5" per contenere un intero sistema operativo.

windows95 floppy

Grazie alla nostra macchina del tempo possiamo fare un salto in avanti fino al 1995, l'anno in cui uscì Windows '95. Nonostante i CD-ROM stessero già prendendo il sopravvento, Microsoft lo distribuì anche su floppy disk e ne bastavano 13 (seppure formattati per contenere più degli usuali 1,44MB).

Fa quasi tenerezza pensare che oggi abbiamo in tasca minuscole pendrive capaci di immagazzinare 256GB di dati, spazio più che sufficiente per tenere una copia dei file di installazione di qualunque sistema operativo Microsoft o Apple uscito dal 1990 ad oggi. Anzi probabilmente ci sarebbe spazio anche per buona parte dell'album di famiglia.

Tuttavia, quando la quantità di RAM si misurava in kilobyte e lo spazio degli hard disk in decine o centinaia di Megabyte, 1,44MB erano un mucchio di spazio.

L'evoluzione (e la fine) della specie

Nell'ultimo scorcio del millennio apparvero sul mercato i cosiddetti Super Floppy. Nonostante dimensioni di poco maggiori rispetto al MFD da 3,5", i Super Floppy erano in grado di immagazzinare da molte decine a diverse centinaia di MB.

L'esponente più illustre di questa categoria fu sicuramente lo Zip Drive di Iomega. Grazie ad una capienza iniziale di 100MB, lo Zip Drive divenne popolare in moltissimi uffici. Tuttavia il costo elevato sia del drive sia dei dischi non gli permise di diventare un vero prodotto di massa e questo nonostante la capacità si sia elevata fino a 250MB e 750MB.

Zip Drive Iomega

Iomega non fu la sola azienda a lanciarsi nel capo dei SuperFloppy. Il consorzio formato da Imation (società del gruppo 3M) e Matsushita (Panasonic) portò sul mercato il LS-120, un drive capace di memorizzare 120MB che presto diventarono 240.

Anche Sony imboccò la strada dei SuperFloppy con il "150MB Sony HiFD" ma alcuni problemi di gioventù lo relegarono ai margini del mercato.

Si trattò di interessanti tentativi per rispondere alla crescente domanda di spazio per lo storage ma nessuno di questi sopravvisse a lungo. Come dicevo all'inizio, eravamo alla fine del millennio ed il tempo era maturo per il Compact Disk Read-Only Memory (CD-ROM)... ma questa è un'altra storia.