Con questo articolo inauguriamo la rubrica RetroWare che, come il nome fa intuire, tratterà di componenti hardware più o meno vecchi ma mai cancellati dalla memoria. In altre parole, abbiamo spolverato qualche vecchio scaffale, ci è scesa qualche lacrimuccia e abbiamo colto l'occasione per parlarne con voi.
Decidere da dove iniziare non è stato facile ma alla fine la scelta è caduta sulla Voodoo 5 6000, una scheda video in grado di sconfiggere la concorrenza che, però, non arrivò mai sul mercato. Per capire come e perché sia successo dobbiamo fare qualche passo indietro fino agli anni '90 del secolo scorso.
Il panorama odierno delle schede video comprende solo due competitor, AMD nell'angolo rosso e Nvidia in quello verde (N.d.A.: Intel non realizza schede video dedicate), e consideriamo del tutto normale passare da una all'altra in pochissimi minuti e riprendere a giocare dove ci eravamo interrotti. Ebbene, 20 anni fa il panorama era completamente diverso: innanzitutto i carichi 2D, 3D e video erano gestiti da hardware specifici, poi non c'erano solo ATI e Nvidia ma anche 3Dfx Interactive, Matrox (nome non del tutto scomparso), Rendition, S3, ecc., ognuno dei quali richiedeva API specifiche per l'uso dei propri prodotti.
Per farla breve, i giocatori vivevano nella costante incertezza perché non era affatto certo quali giochi avrebbe supportato la loro scheda video di ultima generazione costata centinaia di migliaia di lire solo pochi mesi prima.
Sul finire di questo periodo buio, 3Dfx Interactive presentò la Voodoo 5 6000, una scheda video basata sul processore grafico VSA-100 già utilizzato per le Voodoo 4 4500 e 5 5500. Ciò che la rese straordinaria non è tanto il chip utilizzato - anche se ci sono validi motivi per parlarne - ma il fatto che ogni una singola Voodoo 5 6000 era composta da quattro chip VSA-100 accompagnati da ben 32MB di SDRAM ognuno, per un totale di 128MB.