Russia: Putin vara la rivoluzione open source

Vladimir Putin ha messo la propria firma su un piano che dovrebbe portare numerose agenzie del governo federale russo verso l'open source. Da Linux ai software open, l'importante è smarcarsi dalla statunitense Microsoft.

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a cura di Manolo De Agostini

Linux e il software "open" all'arrembaggio della Russia. Vladimir Putin, Primo Ministro russo, ha ordinato alle agenzie governative russe di passare al software open source entro il 2015. La notizia di questo avvicinamento della Russia al mondo open era già trapelata in ottobre, quando si è parlato di "distro nazionale" per ridurre il più possibile la dipendenza da Microsoft, azienda statunitense – quindi non direttamente controllabile - e realtà a cui pagare ogni licenza.

La transizione all'open dovrebbe prendere il via nel secondo trimestre 2011. Il Ministro delle Comunicazioni, insieme a pari grado di altri ministeri, si prenderà carico di stilare una lista dei software necessari alle agenzie governative e darà vita a proposte concrete per la creazione di centri di supporto per utenti e sviluppatori.

Nel secondo trimestre 2012 alcune agenzie "pilota", scelte per la prova, inizieranno a lavorare con pacchetti di software open source e contemporaneamente sarà creato un repository, ovvero un centro di raccolta, dei pacchetti open.

Nonostante i piani ben tratteggiati, parte dell'opinione pubblica russa ritiene che molto dipenderà da Vladimir Putin. Se il leader indiscusso della Federazione Russa punterà i piedi affinché il progetto abbia successo, ci saranno grandi possibilità di smarcare gli apparati principali dello stato da Microsoft. Diversamente il processo potrebbe incontrare intoppi, ritardi e finire in una bolla di sapone.

Questa è solo una delle iniziative della Russia in ambito tecnologico. Il Governo ha infatti avviato i piani per la creazione di un polo tecnologico di prim'ordine nei prossimi anni (La Russia vuole copiare la Silicon Valley).