Ryzen 3000, IPC migliorato del 15% per le nuove CPU AMD?

Dalla Cina arrivano nuove indiscrezioni sui processori AMD Ryzen 3000: IPC migliorato del 15%, controller di memoria ritoccato e tanto altro.

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a cura di Manolo De Agostini

Al momento le informazioni ufficiali sui Ryzen 3000 si rifanno al CES 2019 di gennaio, quando Lisa Su illustrò alcune delle caratteristiche fondamentali delle nuove CPU e diede una prima dimostrazione delle prestazioni, confrontando una CPU a 8 core di nuova generazione a un Core i9-9900K, l’attuale top di gamma desktop di Intel.

In quell’occasione la CPU Ryzen 3000 dimostrò prestazioni di poco superiori al processore di Intel (2057 vs 2040 punti in Cinebench) ma con consumi decisamente inferiori (133 vs 180 watt in Cinebench). Da allora AMD ha mantenuto un giusto riserbo sullo sviluppo della nuova serie di chip, lasciando intendere che la nuova generazione potrebbe offrire fino a 16 core, unitamente a interessanti miglioramenti dell’efficienza legati alla nuova architettura Zen 2.

Al Computex 2019, il 27 maggio, molto probabilmente conosceremo tutti i dettagli delle nuove soluzioni, ma la macchina delle indiscrezioni è sempre in moto, tanto che dalla Cina arrivano nuove presunte informazioni sulle future proposte di AMD. Come sempre, prendetele con le dovute cautele.

Secondo la fonte, i produttori di schede madre stanno già testando gli engineering sample delle CPU Ryzen 3000 da qualche tempo, dato che si parla della prima parte del primo trimestre. I produttori avrebbero ricevuto sample di modelli quad-core con i quali iniziare a mettere a punto le piattaforme.

I processori basati su architettura Zen 2, sempre a detta dell’indiscrezione, offrirebbero un miglioramento dell’IPC (istruzioni per ciclo di clock) fino al 15% rispetto alle attuali proposte Ryzen 2000 basate su architettura Zen+. Quest’ultima aveva già migliorato, seppur di poco (3%), l’IPC dei Ryzen di prima generazione.

I sample nelle mani dei produttori di motherboard sarebbero inoltre in grado di raggiungere fino a 4,5 GHz in Turbo Boost, con uno scaling migliore rispetto al passato per i processori con più core e un TDP maggiore, probabilmente legato all’efficienza superiore frutto del processo produttivo a 7 nanometri.

AMD avrebbe inoltre lavorato per affinare ulteriormente il controller di memoria, un tallone d’Achille dei primi Ryzen, anche se a tal riguardo non sarebbero previsti passi avanti eccezionali.

Per quanto concerne la piattaforma, le nuove CPU saranno accompagnate dal chipset X570, che insieme alla CPU dovrebbe mettere a disposizione 40 linee PCI Express 4.0, di cui 16 linee PCI Express 4.0 sarebbero dedicate agli slot di espansione (8+4+4). Le piattaforme X570 dovrebbero anche esporre otto USB 3.1 Gen 2, quattro USB 2.0 e diverse porte SATA.

Si vocifera che i produttori abbiano incontrato inizialmente un problema con la velocità del PCI Express 4.0, ma una nuova revisione delle schede madre in test in questo momento avrebbe risolto l’intoppo.

Quanto a un successore dell’attuale chipset B450, il fantomatico B550, si ipotizza un arrivo a due mesi di distanza dall’X570, probabilmente a settembre, con una differenza fondamentale: l’assenza del supporto PCI Express 4.0.

Infine, in merito alla retrocompatibilità con le piattaforme esistenti, i Ryzen 3000 dovrebbero funzionare su tutte le piattaforme AM4 sul mercato, eccetto quelle con chipset A320. Non dovrebbe rappresentare un problema: la maggioranza delle persone ha optato per schede madre B350/B450 e X370/X470, a cui dovrebbe bastare un aggiornamento del BIOS per supportare le nuove CPU.

Un ottimo processore AMD praticamente regalato? Il Ryzen 5 2600 a circa 160 euro è un affare difficile da rifiutare.