Sapphire HD 7970 6GB Toxic Edition e HD 7970 Vapor-X GHz Edition 3GB alla prova

Recensione - Test delle schede Sapphire HD 7970 6GB Toxic Edition e HD 7970 Vapor-X GHz Edition 3GB. Si tratta di due prodotti basati su core Tahiti di AMD e da un tasto che permette di cambiare BIOS e di conseguenza le frequenze.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Introduzione

In questa recensione andiamo a vedere due schede di Sapphire, la HD 7970 6GB Toxic Edition e la HD 7970 Vapor-X GHz Edition 3GB, entrambe basate sul sistema di raffreddamento Vapor-X. Per questa prova ci siamo avvalsi anche di una XFX HD 7970 Black Edition Double Dissipation 3 GB, usata per simulare un modello standard di Radeon HD 7970, mediante l'abbassamento delle frequenze. Andiamo con ordine.

Sapphire HD 7970 6GB Toxic Edition

La Sapphire HD 7970 6GB Toxic Edition è una scheda da 600 euro occupa due slot sulla scheda madre. È perciò necessario diverso spazio per alloggiare un'eventuale seconda scheda video per dare vita a una configurazione CrossFire. Comunque sia, purché non si possa dire che il dissipatore sia poco ingombrante, non è neanche ai livelli di alcune altre schede viste in passato. Il peso della scheda è di 1,070 chilogrammi ed è lunga all'incirca 27,5 cm.

La Toxic d'altronde è una scheda estrema e lo si vede non appena la si toglie dalla scatola. Il sistema di raffreddamento è alto oltre 4,5 centimetri (tenendo conto del backplate) e sotto la cover troviamo un radiatore in alluminio che copre il PCB quasi completamente. Nella parte centrale risiedono il core e la camera di vapore. Dalla base in rame dipartono quattro heatpipe (due da sei millimetri e due da otto millimetri), in rame placcato nickel, che si congiungono al radiatore. La scheda è dotata di due ventole con diametro di 92 mm.

Data la presenza di 6GB di memoria GDDR5 e le frequenze overcloccate di fabbrica, la HD 7970 6GB Toxic Edition è dotata anche di una piastra posteriore che copre grossomodo l'intero PCB, intervallato da fori dove alcuni mini-heatsink si occupano di raffreddare le induttanze Black Diamond Choke.

Per quanto concerne l'alimentazione Sapphire non è andata al risparmio, inserendo due connettori ausiliari a otto pin che assicurano un'energia, insieme allo slot PCI Express, di 375 watt. Intorno alla GPU troviamo otto fasi di alimentazione, mentre altre due si dividono tra memoria e gli altri componenti sul PCB. Non mancano inoltre due connettori CrossFireX, nella cui prossimità troviamo LED che si illuminano, segnalando visivamente la temperature e un tasto, caratterizzato dal logo dell'azienda, che serve per attivare o disattivare la modalità Lethal Boost, di cui parleremo a tra poco.

Nella parte posteriore troviamo DVI-I Dual Link, una DVI-D, una HDMI 1.4a e due mini DisplayPort 1.2. La feritoia per la fuoriuscita dell'aria calda è abbastanza minuta, ma la scheda ha un dissipatore aperto, quindi il calore si distribuisce anche nel case. Nel bundle troviamo un cavo HDMI, un adattatore mini DisplayPort - DVI, uno da DVI a VGA, un adattatore mini DisplayPort – DisplayPort e infine due cavi da Molex a 8 pin. Presente inoltre un bridge CrossFire.

Lethal Boost

Lethal Boost è un nome azzeccatissimo sotto il profilo marketing, perché rimanda a concetti di maggiore velocità e prestazioni senza precedenti. Più banalmente è un tasto che consente di passare da un BIOS all'altro e quindi da un profilo di frequenze a un altro. La GPU di base opera a 1050/1100 MHz, mentre la memoria è a 6000 MHz. Pigiando il tasto laterale sul prodotto le frequenze passa per quanto riguarda la GPU Tahiti XT2 a 1100/1200 MHz, mentre la memoria sale a 6400 MHz effettivi.

Come vedrete poi nella pagina relativa alle temperature, cliccando sul Lethal Boost s'imposta anche un profilo più aggressivo della ventola, che permette di contenere la temperatura a discapito della rumorosità sotto carico elevato. Anche PowerTune è influenzato da Lethal Boost, e questo consente di avere a disposizione una maggiore corrente per supportare un ulteriore incremento delle frequenze.