Scarpette da corsa viventi: protocelle che ammortizzano

Nel Regno Unito è stato realizzato un prototipo di scarpa da corsa "vivente". Sono realizzate con protocelle e oltre alla capacità di ammortizzare in relazione alla pressione, possono rigenerarsi.

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a cura di Dario D'Elia

Le Protocells Trainers sono le prime scarpe da corsa stampate in 3D grazie a un materiale biologico artificiale. Per altro il loro aspetto e la loro capacità di auto-ripararsi in una nottata le rendono piuttosto "mostruose". Quasi come i Gremlins. Magari con un goccio d'acqua si rifornisce l'intera famiglia. Chissà.

Protocell-Trainers

Shamees Aden è il bizzarro ricercatore e designer londinese che si nasconde dietro a questo progetto. Ma non bisogna farsi trarre in inganno, perché si è giunti ai primi prototipi grazie alla collaborazione del dottor Martin Hanczyc, professore della University of Southern Denmark specializzato nello studio delle "protocelle". In pratica molecole di base che se combinate possono creare "organismi viventi".

Protocell-Trainers

Il mix corretto di molecole genera "sistemi" capaci di comportamenti diversi in relazione a pressione, oppure calore oppure ancora luce. In questo caso nei laboratori si è lavorato per rispondere alle esigenze dei corridori. "Le cellule hanno la capacità di gonfiarsi e sgonfiarsi in relazione alla pressione", ha spiegato Aden durante Wearable Futures conference di Londra. "Correndo su terreni diversi il tessuto è capace di gonfiarsi e sgonfiarsi seconda della pressione che riceve e questo aiuta a sostenere il corridore".

Tutto inizia con la rilevazione delle esatte dimensioni e conformazione dei piedi. Dopodiché si procede con la stampa 3D e si ottiene una sorta di seconda pelle da indossare. Il materiale biologico artificiale è reattivo, ma non solo durante la corsa, anche alla fine. Il rilascio di energia può essere usato per l'autoriparazione. È sufficiente riporle in un contenitore con liquido di protocella che continua a mantenere in vita gli organismi. In una nottata avviene la rigenerazione.

Protocell-Trainers

Insomma, bisogna avere cura delle scarpette come se fossero delle piante. Si tratta certamente di un progetto sperimentale ma entro 20/30 anni il potenziale delle protocelle potrebbe essere totalmente esplorato e applicato nel quotidiano.