Un uomo dell'Idaho, Corbin Rasmussen, ha denunciato Apple (qui il documento PDF) accusandola di aver prodotto e venduto iMac difettosi. Il coraggioso cittadino statunitense, pronto a sfidare il colosso dell'elettronica, afferma che gli iMac dal 2009 al 2011 hanno un diffuso problema hardware, noto come screen dimming, per il quale lo schermo - o una parte - mostra colori attenuati, come se fosse stato oscurato. Una cosa che emerge con il passare del tempo, e che certamente non abbiamo potuto notare nella nostra prova dell'iMac 2013 da 27 pollici pubblicata a questo indirizzo, che si è svolta comunque nell'arco di diversi giorni.
Rasmussen si lamenta del fatto che Apple non risolve questo problema gratuitamente fuori dal periodo di garanzia - nel caso degli USA 1 anno - e porta come prova dell'effettiva esistenza del difetto molta documentazione: topic nel forum di supporto, siti web (come Techcrunch) e l'esperienza diretta con un modello "late-2011", la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nella denuncia si legge anche che Apple avrebbe introdotto il modello aggiornato del 2010 pur sapendo che c'era un problema.
"Apple si rifiuta di riconoscere il difetto del display dimming lasciando molti consumatori a sostenere le spese per costose sostituzioni dello schermo o con iMac con funzionalità ampiamente ridotta", ha affermato Rasmussen, sottolineando come gli siano stati richiesti oltre 500 dollari per risolvere il problema.
La denuncia, depositata presso il distretto nord della corte della California, è aperta e cerca di crescere fino ad assurgere al ruolo di una vera class action del valore di 5 milioni di dollari, sperando che altri clienti con iMac da 27 pollici acquistati entro il 30 novembre del 2012 e infastiditi dallo problema escano allo scoperto. Apple non ha commentato la vicenda.
Non è la prima volta che l'azienda guidata da Tim Cook viene denunciata per presunti schermi difettosi sugli iMac. Un uomo della Florida accusò la casa di Cupertino nel gennaio 2009 per difetti - linee verticali - riscontrati nei PC all-in-one dal 2006 al 2008. La causa venne rigettata da un giudice, il quale valutò che non c'erano prove sufficienti a supporto delle sue affermazioni.