Seagate non crede negli SSD e minaccia cause

Secondo l'amministratore delegato di Seagate, Bill Watkins, i dischi SSD non avranno successo. Intanto si parla anche di presunte violazioni di brevetti da parte di altri produttori.

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a cura di Manolo De Agostini

"I dischi SSD non avranno successo e, se sarò smentito, metteremo di mezzo gli avvocati". Non sono le dichiarazioni di un pazzo e nemmeno di uno qualsiasi, bensì dell'amministratore delegato di Seagate, Bill Watkins.

Watkins non vede futuro per i dischi SSD, il cui rapporto prezzo / capacità è troppo elevato.

"Prendete ad esempio il MacBook Air. Il modello con hard disk convenzionale da 80 GB costa 1800 dollari, mentre quello con l'SSD da 64 GB circa 3100. Perché pagare di più per un disco meno capiente?" dichiara Watkins, lapidario nella sua frase conclusiva, "I dischi SSD sono troppo costosi e lo saranno per lungo tempo".

Un Watkins deciso, che fa intuire da dove nasca l'esitazione di Seagate nell'abbracciare i prodotti flash, in cui evidentemente la sua azienda non crede. A rendere la situazione ancora più interessante sono altre confidenze, un asso nella manica di Seagate che potrebbe minare le fondamenta dell'intera industria dell'archiviazione: Watkins è convinto che Samsung e Intel stiano violando dei brevetti di proprietà di Seagate e Western Digital, relativi ad alcune metodologie che gli hard disk usano per comunicare con il computer. L'amministratore delegato si dice quindi pronto a cause legali contro i diretti concorrenti, dimenticandosi di spiegare il perchè non le abbia fatte prima o quando saranno intentate.

Le dichiarazioni di Watkins, per quanto motivate da presunte violazioni di brevetto, rasentano più il cosidetto FUD (timore, incertezza, dubbio) che una imminente minaccia per le altre aziende. Staremo a vedere se lo spauracchio di cause legali porterà all'accordo le parti interessate oppure se, anche questa volta, tutto si risolverà in una bolla di sapone.