Seagate snobba Linux

Seagate ha immesso sul mercato nuove periferiche non compatibili con Linux.

Avatar di Vincenzo Ciaglia

a cura di Vincenzo Ciaglia

I dispositivi della serie FreeAgent, ultima novità di casa Seagate, non sono compatibili con il sistema operativo GNU/Linux. La notizia è stata data venerdì da TheInquirer e ripresa con molto clamore dai maggiori siti web vicini al mondo del pinguino. Un utente ha infatti segnalato delle anomalie nel funzionamento dei dispositivi 320s e 500s (USB2) su GNU/Linux.

"È strano vedere che al giorno d'oggi hardware di ultima generazione non venga correttamente gestito da GNU/Linux. Oramai è possibile farci funzionare quasi tutto, anche dei veri è proprio cimeli hardware", scrive il lettore a The Inquirer.

Il problema, a quanto pare, ha a che fare con i sistemi utilizzati da Seagate per la gestione del consumo energetico e al fatto che è stato distribuito già formattato utilizzando il filesystem NTFS. Pare che dopo alcuni minuti di inattività il dispositivo vada in stand-by, per poi riattivarsi passando dalla connessione USB2 a quella USB1. Questa modalità viene correttamente gestita da Windows ma praticamente è ignorata dai sistemi Linux e Mac. Seagate, nella persona di Rose Allen, annuncia che presto potrebbe arrivare la soluzione anche se, ad oggi, non c'è alcun modo per supportare gli utenti in difficoltà. Una soluzione non ufficiale al problema è apparsa in rete da poche ore.