Server ARM c'eravamo tanto amati, la startup pioniera molla

Calxeda, azienda pioniera nello sviluppo di chip ARM per server, finisce i soldi e chiude. Sarà ristrutturata, ma verosimilmente è arrivata al capolinea. La fine di un sogno la cui eredità sarà portata avanti dai giganti del settore.

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a cura di Manolo De Agostini

La storia d'amore tra Calxeda e il mondo dei server ARM è naufragata: l'azienda chiude e sarà ristrutturata. Le luci negli uffici sono state spente e i circa 130 impiegati sono stati mandati a casa, salvo alcuni che continueranno a lavorare per offrire supporto ai clienti. I prodotti sono ancora in vendita e saranno supportati, probabilmente, da ciò che resterà dell'azienda dopo la ristrutturazione.

Il punto è che sembra improbabile che dopo tale operazione l'azienda riesca a trovare fondi per proseguire, quindi gli esperti di settore ne parlano già come se fosse "morta e sepolta". Calxeda è stata fondata nel 2008 e due anni più tardi aveva deciso di anticipare i tempi, raccogliendo fondi per realizzare quelli che saranno ricordati come i primi chip ARM dedicati al mondo dei server.

Un manipolo di persone, che oseremmo definire pionieri, e ci aveva visto lungo: le architetture del progettista inglese che spopolavano nel mondo mobile potevano rompere le uova nel paniere a Intel e AMD. E sarà così in futuro. Un futuro troppo distante per Calxeda che, ironicamente, potrebbe essere stata uccisa dalla stessa ARM.

Quando l'azienda inglese ha annunciato i chip a 64 bit, con specifiche maggiormente indicate al settore dei server, Calxeda si è trovata nella scomoda posizione di una piccola realtà con un chip a 32 bit, chiamato ECX-2000, basato su architettura Cortex-A9 che nel giro di un anno sarebbe diventato inadeguato. Così tra clienti pronti a farsi indietro e investitori non interessati a puntare denaro nel progetto, i soldi sono finiti portando all'inevitabile decisione di chiudere i battenti.

Insomma, il fatto che ARM abbia annunciato con largo anticipo i chip a 64 bit ha fatto perdere all'industria interesse nelle soluzioni a 32 bit. Per Calxeda attendere le nuove architetture a 64 bit fino il tardo 2014 è stato semplicemente impossibile. L'azienda non ha spalle tanto forti da sostenere l'attesa, seppur avesse provato a diversificare entrando nel mondo dello storage. HP fu la prima credere in Calxeda annunciando nel 2011 di essere al lavoro su un prototipo di server, che però poi arrivò sul mercato con chip Intel Atom.

Questo ottobre HP ha affermato che i server ARM basati su soluzioni Applied Micro, Calxeda e Texas Instruments sarebbero arrivati nel 2014 - evidentemente troppo tardi per la fragile startup. Così ai pionieri non resta che gettare la spugna e guardare avanti. Chi lavora in Calxeda ha conoscenze e capacità, quindi non dovrebbe faticare a trovare lavoro presso una delle tante aziende pronte a scommettere sulle architetture ARM. Le selezione è vasta: AMD, Applied Micro, Cavium, Marvell, Nvidia, Qualcomm e Samsung, solo per fare alcuni nomi.

Per quanto riguarda l'azienda, non è detto che qualcuno decida di acquistarne le proprietà intellettuali. Difficilmente Calxeda emergerà dalla ristrutturazione come un'Araba fenice, quindi forse non è poi così un male che le idee possano continuare a vivere grazie a qualcun altro capace di metterle in pratica.