Skype cambia marcia, e anche in America batte cassa

Negli Stati Uniti e Canada, dal primo gennaio 2007, le chiamate flat verso fisso o mobile costeranno 30 dollari all'anno.

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a cura di Dario D'Elia

Skype, chiamate illimitate

Il periodo di vacche grasse per i surfer è finito, anche Skype – o forse bisognerebbe dire eBay – ha deciso che è arrivato il momento di aumentare il volume degli introiti. Dal primo gennaio 2007 gli utenti statunitensi e canadesi abbandoneranno la tariffazione che permetteva chiamate locali, nazionali e mobili in piena gratuità. L'abbonamento annuale flat costerà 30 dollari: non molto a dir la verità, ma pur sempre una cifra che è destinata a rimpolpare le casse del leader mondiale del VoIP consumer.

Ci vorrà comunque del tempo prima che eBay rientri del suo 2,5 miliardi di dollari sborsati per Skype. E per questo motivo i dirigenti del colosso statunitense sono convinti che bisognerà capitalizzare al meglio la base di utenti registrati – valutata in circa 136 milioni. Uno dei nuovi progetti è proprio quello di integrare servizi di comunicazione audio-video nella piattaforma d'asta.   

Anche il passaggio all'abbonamento comunque non sarà traumatico, perché fino al 31 gennaio la sua sottoscrizione darà diritto ad uno sconto del 50%. Ovviamente le chiamate fra PC continueranno ad essere gratuite come sempre. "Abbiamo riscontrato una buona disposizione dei consumatori nei confronti del servizio SkypeOut", ha dichiarato Don Albert, general manager di Skype per il Nord America. "E inoltre vorrei far notare che il costo dell'abbonamento è comunque marginale, dato che per le chiamate illimitate gli altri operatori chiedono almeno 25 dollari al mese".

Gli analisti del settore, all'inizio, non pensavano a Skype come un possibile protagonista del mercato. "Ha richiesto un certo cambiamento del comportamento. Adesso i consumatori si sono abituati e si sentono a loro agio con questa soluzione", ha dichiarato Jeffrey Halpern, analista per il comparto telecomunicazioni di Bernstein & Company. "Comunque sono ancora convinto che non sia un pericolo per le compagnie tradizionali".