SSD Intel e Kingston inguaiati dal supporto AES a 256 bit

LSI ha annunciato che i controller SandForce SF-2000 distribuiti finora non permettono la codifica AES a 256 bit come annunciato al debutto. L'azienda corre ai ripari e così anche i produttori di SSD come Intel e Kingston.

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a cura di Manolo De Agostini

I controller LSI SandForce SF-2000, montati da numerosi produttori SSD, non possono codificare i dati usando l'algoritmo AES a 256 bit, a dispetto di quanto promesso dalle campagne marketing e note tecniche. 

La conseguenza immediata è che Intel e Kingston richiameranno le unità con tale problema e le cambieranno con nuove soluzioni a chi ne farà richiesta o offriranno rimborsi. Ricordiamo che la prima si affida a questi controller per gli SSD 520 (recensione), mentre la seconda li integra prodotti SSDNow V+200 e KC100.

Purtroppo LSI si è accorta solo in questi giorni, dopo ulteriori test e analisi, che l'engine AES-XTS dei controller è stato erroneamente limitato alla codifica a 128 bit. L'azienda sta attualmente lavorando sugli aggiornamenti hardware e di firmware necessari per consentire la codificata a 256 bit.

"Crediamo che la codifica AES a 128 bit risponda alle necessità della maggior parte degli utenti. I clienti che credono di aver bisogno della codifica a 256 bit dovrebbero contattare i produttori dei loro SSD per ottenere informazioni più specifiche", ha dichiarato LSI.

Secondo Intel i clienti non soddisfatti del loro SSD 520 acquistato precedentemente al primo luglio di quest'anno possono contattare il supporto clienti entro il primo ottobre per restituire il loro prodotto e ricevere un rimborso totale del prezzo di acquisto. Kingston invece è pronta a offrire nuovi SSD capaci di codifica AES a 256 bit a chi ne avrà bisogno.

Non è chiaro invece cosa faranno altri produttori che fanno uso di questa serie di controller. Bisogna dire che la caratteristica non è di particolare importanza per molti consumatori, che neanche saranno di cosa si parli. Questa però non può essere una scusa per giustificare il fatto che il prodotto non funzioni come dichiarato. Speriamo che questo piccolo scivolone serva alle aziende coinvolte, e in particolare a LSI, a non lasciare nulla d'intentato nei test sui propri prodotti prima di metterli in commercio.