SSD: RAID 0 fino a cinque dischi e analisi dell'aumento delle prestazioni

Recensione - Test di un sistema basato su cinque SSD in RAID 0.

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a cura di Achim Roos

Introduzione

Non passa settimana senza che compaia sul mercato un nuovo  SSD, e infatti l'attuale panorama è già saturo di dischi basati su memoria a stato solido, sia con tecnologia MLC sia SLC. Le velocità offerte sono sempre alte, superiori a 200, 250 MB/s. Lo stesso vale per le operazioni I/O al secondo, che fanno segnare numeri a cinque cifre. Gli hard disk tradizionali, a confronto, sembrano reliquie di un'era passata: costano meno, ma sono anche molto più lenti, e alla fine dovranno soccombere.

Naturalmente le cose non sono così semplici, perché in contesti reali le prestazioni eccellenti degli SSD possono rivelarsi molto meno entusiasmanti, e finire persino dietro a quelle di molti hard disk per notebook. Un'unità flash può esprimere il proprio potenziale solo con le giuste risorse hardware come controller e cache, e con il giusto software.

Tra i requisiti software, per esempio, è importante avere i più recenti driver SATA e il firmware aggiornato dello stesso SSD, supporto AHCI nel BIOS, così come la compatibilità TRIM, attualmente presente in Windows 7, in Windows Server 2008 R2 e nelle distribuzioni Linux con kernel 2.6.18 e superiori; la funzione TRIM permette al sistema operativo si sapere quali blocchi sono stati cancellati e sono disponibili per la scrittura. In questo modo le prestazioni sono sempre il massimo possibile, e se ne previene il degrado.