Stampa 3D di metallo, open source e a quattro soldi

Un team di ricerca ha realizzato una stampante 3D che usa il metallo, costa poco ed è open source.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La stampa 3D con il metallo può essere economica quanto quella con la plastica (polimeri), o almeno questo è ciò che suggerisce il progetto creato dalla Michigan Technological University: una stampante 3D che usa il metallo e che costa circa 1.500 dollari (costo dei materiali). Un bel salto dal circa mezzo milione necessario per i prodotti attualmente in circolazione.

Non solo economica ma anche open source, visto che i progetti sono accessibili a chiunque voglia cimentarsi della realizzazione in proprio di questa stampante. Progetti che tra l'altro sono ancora in itinere, e si spera che saranno molti quelli che vorranno contribuire a migliorarli. "Entro un mese, qualcuno ne farà una migliore della nostra, ve lo garantisco", ha infatti commentato Joshua Pearce, leader del progetto presso l'università statunitense.

Rispetto a stampanti 3D come la Sharebot (Sharebot: ecco com'è fatta la stampa 3D made in Italy), la Makerbot o la Shapeways, tuttavia, questa stampante va usata con più attenzione, ed è necessario usare equipaggiamento di sicurezza. Ci sono scintille che saltano in giro, quindi meglio evitare di piazzarla in salotto.

Pierce è anche consapevole dei rischi, a cominciare dalla produzione domestica di armi da fuoco (Pistola stampata in 3D, quella in metallo è come quelle vere), ma è convinto che i vantaggi superino i problemi. Vantaggi che si traducono nella produzione fai da te di oggetti di ogni tipo: dal portacenere al pezzo di ricambio per la lavatrice, dai giocattoli per i bambini alla custodia per il cellulare, fino all'armadietto da mettere in balcone o agli ingranaggi per riparare la bicicletta.

La stampa 3D a basso costo è davvero una rivoluzione in gestazione, non solo per il cittadino del mondo più sviluppato, ma anche per scienziati o le aziende che devono realizzare prototipi, e per chi vive nelle zone più remote del mondo, in luoghi dove anche la leva per un pozzo può fare una differenza enorme. Infine ma non ultimo, in passato si è anche dimostrato che farsi da sé i propri oggetti invece che comprarli è anche un gesto più rispettoso verso l'ambiente.

Per Pierce la chiave di questa rivoluzione non è nella tecnologia in sé, ma nel suo essere aperta e condivisa. "Credo che con l'approccio open source ci troviamo a portata di una società post-scarsità come quella di Star Trek, nella quale i replicatori possono creare una grande varietà di oggetti su richiesta. Questo significa più ricchezza per tutti a basso costo. Presto saremo in grado di fare praticamente qualsiasi cosa".