Design delle testine: Thin-Film

Viaggio alla scoperta della storia dei computer. Questa volta ci soffermiamo sugli hard disk, a partire dalle prime unità a nastro di IBM fino ad arrivare alle tecnologie più moderne.

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a cura di Tom's Hardware

Thin-Film

Le testine thin-film sono prodotte in modo simile ai semiconduttori, cioé mediante un processo fotolitografico. Questo crea diverse migliaia di testine su un singolo wafer circolare e produce piccoli prodotti ad alta qualità.

Le testine TF hanno una distanza tra i vertici veramente ridotta, creata attraverso la tecnica dello sputtering dell'alluminio. Questo materiale chiude completamente lo spazio, quindi l'area è ben protetta, riducendo al minimo la possibilità di danno da contatto con i piatti dei dischi. Il nucleo è una combinazione di una lega di ferro e nickel che ha un'energia magnetica maggiore da due a quattro volte rispetto a una testina con nucleo in ferrite.

Le testine TF producono un impulso magnetico più chiaramente definito, e possono quindi scrivere a densità molto elevate. Poiché non hanno una bobina convenzionale, le testine TF sono più resistenti alle variazioni d'impedenza della bobina. Queste testine piccole e leggere possono muoversi a un'altezza di gran lunga inferiore rispetto alle testine MIG e a quelle in ferrite, tanto che in alcuni progetti l'altezza è di 2 micro-pollici o meno.

Dato che l'altezza ridotta consente alle testine di raccogliere e trasmettere un segnale molto più forte dai piatti, cresce il rapporto segnale/rumore e migliora l'accuratezza. Con la traccia alta e la densità lineare di alcuni dischi, una testina standard in ferrite non sarebbe in grado di estrapolare dal rumore di sottofondo il vero segnale. Un altro vantaggio delle testine TF è che la loro piccola dimensione consente di "impilare" i piatti a distanza ravvicinata, quindi nello stesso spazio ce ne stanno di più.

Gran parte dei dischi tra 100 MB e 2 GB usavano testine TF, specialmente nei formati più piccoli. Le testine TF hanno occupato il posto di quelle MIG, ma a loro volta hanno dovuto cedere il passo alle soluzioni magneto-resistive.