Nuove frontiere inesplorate

Viaggio alla scoperta della storia dei computer. Questa volta ci soffermiamo sugli hard disk, a partire dalle prime unità a nastro di IBM fino ad arrivare alle tecnologie più moderne.

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a cura di Tom's Hardware

Nuove frontiere inesplorate

I dischi moderni usano tecnologie di registrazione perpendicolare per superare il limite imposto dall''effetto superparamagnetico, secondo il quale i domini magnetici troppo piccoli diventano intrinsecamente instabili a temperatura ambiente.

La combinazione di tecniche moderne con supporti ad alta coercività permettono di progettare densità magnetiche altissime, fino a 1000 GB per pollice quadrato o più – senza prendere in considerazione eventuali nuove soluzioni attualmente in sviluppo.

Una delle novità possibili si chiama patterned media, che prevede la creazione di dischi i cui domini magnetici sono preparati in anticipo (preformattazione), con tecniche che permettono di ridurre ulteriormente le loro dimensioni e la distanza che li separa. Un'altra possibile tecnologia futura è l'archiviazione olografica, nella quale un laser scrive dati a tre dimensioni su una lastra in cristallo o un cubo.

La figura sotto mostra come la densità areale è cresciuta di un fattore di oltre 200 milioni di volte.Evolution of areal density in magnetic disk storage.

Per aumentare la densità areale mantenendo gli stessi formati per il disco esterno i produttori di dischi hanno sviluppato idee come i piatti ceramici/vetro, testine GMR, registrazione a pseudo-contatto ed elettronica PRML, come scritto in precedenza.

La sfida principale è produrre testine capaci di operare a tolleranze più strette. Questo, insieme all'uso di più piatti senza modificare il formato sono le soluzioni che continuano ad alimentare l'aumentare della capacità.

Per inserire più dati su un piatto di una data dimensione bisogna collocare le tracce più ravvicinate tra loro e le testine devono raggiungere una precisione maggiore nel loro piazzamento sopra le tracce. Questo significa anche che, all'aumentare delle capacità dei dischi, le testine devono muoversi ancora più vicine alla superficie del disco. La distanza tra le testine e il disco è prossimo ai 10 nanometri in alcuni dischi, circa lo spessore della membrana di una cellula, e circa 8000 volte in meno rispetto a un capello umano.

Visto che difficilmente si può andare oltre, i ricercatori stanno prendendo in considerazione la possibilità di un contatto reale tra testina e disco, o di un "quasi contatto".