Testine magneto-resistive

Viaggio alla scoperta della storia dei computer. Questa volta ci soffermiamo sugli hard disk, a partire dalle prime unità a nastro di IBM fino ad arrivare alle tecnologie più moderne.

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a cura di Tom's Hardware

Testine magneto-resistive

Le testine magneto-resistive, a volte chiamate anche anisotropic magneto-resistant (AMR), sono in grado di aumentare la densità di quattro o più volte rispetto alle precedenti testine unicamente induttive. IBM ha svelato il primo disco commerciale con testine MR nel 1991, un modello da 1 GB e 3,5" – gli altri produttori sono arrivati subito dopo.

Tutte le testine sono rilevatori, progettate per individuare le transizioni di flusso sul supporto e convertirle in segnali elettrici interpretabili. L'archiviazione magnetica, nel tempo, ha sempre dovuto soddisfare una costante richiesta di maggiore densità, che si traduce nel bisogno d'inserire più informazioni (transizioni di flusso) in uno spazio sempre più piccolo.

Questo porta ad affrontare un altro problema, dato dal fatto che il segnale generato dalle testine in lettura è più debole con domini magnetici più piccoli. Diventa quindi difficile distinguere il segnale dal rumore o dai campi parassiti presenti. Una testina di lettura più efficiente è il modo migliore di rilevare queste transizioni sul disco, e perciò è necessaria.

I drive moderni usano un altro effetto magnetico ben noto: in un filo che attraversa un campo magnetico non solo si genera una piccola corrente, ma si modifica anche la resistenza del filo stesso. Ancora una volta è stata IBM a trovare il modo di sfruttare questo fenomeno, mentre le testine standard contano sulla corrente prodotta, e sono quindi usate come una sorta di piccolissimo generatore elettromagnetico.

Piuttosto che usare la testina per generare correnti ridotte che devono essere poi filtrate, amplificate e decodificate, un sistema MR usa la testina come una resistore. Un circuito elettronico applica alla testina una tensione e ne osserva i cambiamenti, che si verificano quando la testina passa attraverso le variazioni di flusso magnetico presenti sul disco – e la tensione cambia perché cambia la resistenza della testina stessa, e quindi l'intensità della corrente. In questo modo si ottiene un segnale più forte e chiaro rispetto a quanto è effettivamente registrato sul disco, e così si può aumentare ancora la densità dei dati.

Con le testine tradizionali si crea una corrente con l'applicazione del campo magnetico, mentre con la testina MR la variazione di flusso crea una variazione nella resistenza. Nella testina scorre una piccola corrente, che varia al variare della resistenza, ed è misurabile. Questo design permette di ottenere un segnale in uscita tre o quattro volte più potente di quello che avremmo con una testina TF. In effetti le testine MR leggono la potenza, e funzionano più come dei sensori che come dei generatori