ATI Rage 128

Ripercorriamo la storia di ATI (oggi AMD) e le sue schede grafiche. Dal primo chip all'ultima GPU Vega.

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a cura di Tom's Hardware

ATI Rage 128

Nel 1998 ATI presentò un progetto più ambizioso. Grazie al supporto colore a 32 bit e una seconda pixel pipeline, la Rage 128 riusciva a offrire 2 pixel per clock anziché uno. L'architettura era inoltre "alimentata" da un'interfaccia di memoria a 128 bit. Per migliorare ulteriormente le prestazioni la scheda si affidava a quella che ATI definì Twin Cache Architecture, ossia una "pixel cache" da 8 KB e un buffer da 8 KB per i pixel già processati.

rage fury maxx

Foto: vgamuseum.info

In questa famiglia di soluzioni c'era la Rage Fury, una scheda altamente competitiva. Non era veloce quanto la Voodoo3 - che la batteva in modalità a 16 bit - ma il chip superava la Matrox G400 e la Nvidia Riva TNT in presenza con colore a 32 bit (la Voodoo non lo supportava).

Nel 1999 arrivò anche la Rage Fury Maxx, la prima scheda dual-GPU di ATI, basata su tecnologia Alternate Frame Rendering. Con AFR ogni chip grafico renderizzava tutti i frame pari e tutti i dispari, che poi erano mostrati uno dopo l'altro. Funzionava in modo diverso dallo SLI, tecnologia in cui l'immagine era suddivisa in linee di scansioni pari e dispari.

Montare due chip su un PCB - insieme a un quantitativo di memoria doppio - era forse però troppo ambizioso per l'epoca. Era decisamente un cattivo investimento per gli appassionati del 1999, anche se la scheda superava gran parte della concorrenza, eccetto la GeForce 256 DDR.

Ricordiamo anche la Rage 128 Pro, una scheda DirectX 6.0 con interfaccia AGP x4 capace di un throughput geometrico teorico di 8 milioni di triangoli al secondo. Un'altra scheda di quel periodo era la Rage Fury Pro, avversaria di 3dfx Voodoo3 2000 e Nvidia Riva TNT2. ATI aggiunse alla Rage 128 Pro un chip multimediale chiamato Rage Theater che consentiva alla scheda di non avere problemi con connettori compositi e S-video.