Telecom Italia, da Corporation a Scorporation

Il CdA Telecom di ieri ha programmato un riassetto societario che prevede la creazione di due società, una per l'attività mobile (Tim) e l'altra per la gestione delle rete fissa.

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a cura di Dario D'Elia

"Il 5 ottobre 2005 il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia ha impresso un’accelerazione al processo avviato a dicembre, approvando un modello di business totalmente integrato, nel convincimento di poter così assicurare, nel rispetto della regolamentazione vigente, il miglior servizio al cliente. La risultante struttura organizzativa One Company Model comporta il superamento delle due Business Unit Wireline e Mobile, mediante la convergenza in una sola unità delle responsabilità dello sviluppo del business delle telecomunicazioni fisse, mobili e dei servizi Internet. A livello di governo, è definita da subito una guida unitaria del business, così come una guida unitaria del corporate". Questo è quello che si legge nella pagina web ufficiale di Telecom Italia, quando si va a cliccare sul link struttura del Gruppo.

Acqua passata, si sono sbagliati. In verità secondo il Consiglio di Amministrazione, riunitosi ieri, l'ideale è "creare una media company, aumentare la flessibilità finanziaria del gruppo per cogliere tutte le opportunità che si presenteranno nel contesto internazionale". Quindi prepariamoci ad operazioni finanziarie volte alla riduzione di un debito che ormai ha raggiunto i 41,3 miliardi di euro. Secondo Standard & Poor's anche di più: circa 48 miliardi di euro.

L'obiettivo di Tronchetti Provera è quello scorporare di nuovo Tim da Telecom Italia e dar vita così ad una società indipendente che, secondo gli analisti, potrebbe essere venduta agevolmente. E poi creare una società per le infrastrutture di rete e potenziare Telecom Italia Media, con La7, Mtv e Apcom. Insomma, si tratterebbe di una cosiddetta "societarizzazione" del Gruppo con una netta divisione fra i contenuti e le tecnologie.

Analizzando in dettaglio l'operazione in atto si evidenzia almeno una nota positiva per i consumatori. Rendere la rete fissa indipendente potrebbe agevolare la libera competizione nel settore. Provera, durante la conferenza stampa di ieri, ha infatti dichiarato che il modello di riferimento è quello anglosassone dove l'infrastruttura è separata dalla società di telecomunicazioni che un tempo la gestiva.