Prestazioni Intel SSD 760p da 256 e 128 GB

Intel SSD 760p alla prova, la nuova unità allo stato solido della casa di Santa Clara che prende idealmente il posto della serie 600p. Un nuovo leader per chi cerca il miglior rapporto tra prestazioni e prezzo?

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a cura di Tom's Hardware

Vediamo come si comportano i modelli da 256 e 128 GB di Intel SSD 760p. Per confronto abbiamo inserito il MyDigitalSSD SBX da 128 GB e 256 GB, il BPX da 240 GB, il Samsung 960 EVO da 250 GB, il Drevo Ares da 256 GB e l'OCZ RD400 da 256 GB.

Lettura sequenziale

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Le unità meno capienti coprono un arco prestazionale più ampio. L'SSD 760p da 256 GB si comporta molto bene a basse queue depth e finisce solo alcune centinaia di megabyte al secondo dietro il Samsung 960 EVO. Il 760p da 128 GB supera l'SBX da 128 GB a basse queue depth, ma non scala così bene intensificando il carico.

Scrittura sequenziale

Il test in scrittura sequenziale divide questo gruppo di prodotti in tre classi prestazionali. Il 760p da 256 GB è deludente in questo test. Le sue prestazioni in scrittura sequenziale sono quasi identiche al Drevo Ares. Il MyDigitalSSD SBX da 256 GB ha un'interfaccia PCIe 3.0 x2 ma riesce a garantire lo stesso livello prestazionale.

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L'SBX da 128 GB è più veloce del 760p da 128 GB nel test in scrittura sequenziale. L'SBX gode di una cache più ampia del 760p. Questo gli consente di assorbire più dati di scrittura in ingresso prima di scendere alla velocità nativa della memoria TLC.

Scrittura sequenziale sostenuta

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La cache SLC del 760p è molto piccola per un SSD NVMe moderno. Una volta che scrivete abbastanza dati da riempire la cache, la velocità in scrittura sequenziale scende a 270 MB/s per l'unità da 256 GB e 136 MB/s per quella da 128 GB.

Intel non ha adottato una tecnologia di scrittura "direct to die" per il 760p, quindi tutti i dati in ingresso devono passare attraverso il layer SLC e poi finire nella TLC. Questo rallenta il trasferimento dei dati all'unità, ma riduce anche l'usura della memoria.

Lettura casuale

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Tutti i prodotti superano 100.000 IOPS in lettura casuale a QD1. C'è pochissima separazione tra le unità, ma bisogna notare che gli SSD 760p garantiscono le massime prestazioni a QD1. Gli altri prodotti si sono avvicinati alle unità Intel a QD2, ma nessun prodotto emerge rispetto agli altri. Vediamo un gap maggiore a queue depth più alte, ma è troppo poco, troppo tardi. Quel tipo di carico è ben oltre quello che vedrete con i tipici software consumer.

Scrittura casuale

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La cache SLC ha portato le prestazioni in scrittura casuale ben oltre quelle che i software possono usare. I blocchi più piccoli entrano facilmente nella cache SLC e servono più transazioni per riempire la cache, a differenza dei dati sequenziali che hanno blocchi più grandi. In poche parole, persino una cache SLC molto piccola è abbastanza grande da gestire le vostre scritture casuali molte volte.

Carico sequenziale misto al 70%

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La piccola cache SLC del 760p causa prestazioni non costanti nel nostro test con carico misto.

Carico casuale misto al 70%

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Qui vediamo un incremento prestazionale prevedibile non appena saliamo con la queue depth.

Stato di equilibrio sequenziale

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Il Toshiba RD400 e il MyDigitalSSD BPX sono gli unici prodotti nel nostro test con memoria a 2 bit per cella (MLC). Toshiba afferma che la propria serie RD è un prodotto workstation. Il BPX è un SSD mainstream arrivato sul mercato con quanto rimasto della memoria Toshiba MLC planare a 15 nanometri. Phison ha acquistato e accumulato un sacco di quella memoria NAND flash per far fronte alla sua carenza. Le due unità MLC ci mostrano la differenza tra un SSD NVMe di classe workstation e uno per l'uso consumer.

È importante fare tale distinzione perché Intel ha pareggiato le prestazioni in stato di equilibrio del MyDigitalSSD BPX con la sua nuova memoria TLC a 64 layer. Intel ha progettato il 760p per carichi consumer e non per l'uso workstation. Potete aumentare le prestazioni con un carico pesante eseguendo l'overprovisioning dell'unità, ma non arriverete al livello prestazionale dell'RD400.

Stato di equilibrio casuale

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Per molti anni Intel ha predicato i benefici della costanza prestazionale, guidando l'industria degli SSD con soluzioni enterprise che oltrepassavano il mercato consumer. Adesso Intel parla molto meno di costanza prestazionale, ora che realizza veri SSD consumer, ma questo non fa venire meno l'importanza di avere prestazioni costanti. Il test in stato di equilibrio casuale ci mostra le prestazioni in scrittura casuali peggiori con un'unica unità. Questo ci aiuta a determinare se un prodotto dovrebbe essere usato in RAID. I picchi e i cali prestazionali crescono in estensione non appena aggiungete un'unità alla configurazione.

Il 760p da 250 GB non è costante come il Samsung 960 EVO da 250 GB, e la colpa è del suo algoritmo di caching. Potete vedere il dato entrare nella TLC a ondate. Il transfer rate è alto per un breve momento, con la scrittura dati verso la SLC, poi le prestazioni crollano con lo svuotarsi della SLC. Questo processo si ripete per l'intera durata del carico di scrittura esteso. Non è un algoritmo ideale per il RAID in una workstation, ma le prestazioni sono abbastanza buone per i sistemi di gioco dove volete semplicemente un unico grande volume con prestazioni soddisfacenti.

Prestazioni con i software, PCMark 8

Non è sorprendente vedere i due SSD MLC al vertice di diversi test con i software. L'RD400 e il BPX non sono più in produzione, ma sono ancora diversi i negozi che li vendono. Non passerà però molto tempo prima che il magazzino venga meno, lasciandoci solo con prodotti TLC tra cui scegliere. L'Intel 760p e il Samsung 960 EVO dominano sugli altri modelli in questi grafici.

Bandwidth archiviazione

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Questi risultati ci mostrano la gerarchia con maggiore chiarezza. Le unità MLC troneggiano sui prodotti TLC, ma 960 EVO e 760p hanno un livello di prestazioni superiore agli altri SSD NVMe da 256 GB.

Il gap prestazionale si riduce tra le unità da 128 GB. Questo livello di capacità punta più sul prezzo che sulle prestazioni, ma è comunque bello vedere che gli SSD NVMe possono ancora fornire prestazioni maggiori con i software rispetto agli SSD SATA mainstream moderni.

Prestazioni carico avanzato, PCMark 8

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Il carico che svolgete sull'unità gioca un ruolo sulle sue prestazioni future. Gli SSD moderni useranno il tempo in idle per pulire le celle di memoria NAND flash sporche. Ciò velocizza il traffico di scrittura in ingresso, ma le aziende usano tutte differenti algoritmi per le attività in background. Alcune unità avviano le operazioni di pulizia non appena entrano in stato idle, mentre altre lasciano che l'operazione cresca e poi si occuperanno di un lavoro più grande. Questo può impattare sui consumi e le prestazioni in qualsiasi momento. Siete più soggetti a un carico di lavoro pesante dopo aver installato il sistema operativo o nuovi software.

Tempo di servizio totale

Il throughput non dovrebbe essere la vostra preoccupazione primaria dopo aver fatto girare un carico pesante. Il tempo di servizio è il tempo di occupazione dell'unità più il tempo di accesso. Questo test mostra la latenza sull'intera gamma di software nella suite PCMark 8. Concentriamoci sui risultati di ripristino dei test.

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Il 600p da 256 GB si comporta sorprendentemente meglio del nuovo 760p. Il 600p usa la memoria Intel di prima generazione a 32 layer, affetta da una latenza elevata, inoltre ha un controller non proprio stellare. Il nuovo SSD 760p dovrebbe superare il 600p in ogni test, ma non è così nel caso delle unità da 256 GB.

Tempo di occupazione disco

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Il tempo di occupazione dell'unità misura quanto a lungo il prodotto impiega a completare i carichi. Più a lungo le unità sono attive, minor tempo spendono in uno stato idle a basso consumo o svolgono operazioni di pulizia in background. Questo ha un impatto sulla reattività e il consumo.

Test reattività BAPCo SYSmark 2014 SE

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Il test di reattività è una misura di latenza diretta, ma i risultati passano per un sistema di punteggio basato su un SSD SATA Samsung simile all'850 EVO. Il sistema base garantisce un punteggio di 1000. La maggior parte degli SSD NVMe, salvo i modelli SBX, superano quel livello. I due 760p superano il Samsung 960 EVO da 250 GB in questo importante test. Le due serie professionali di Samsung con memoria MLC sono più reattività del 760p, ma costano anche nettamente di più.

Test autonomia notebook BAPCo MobileMark 2012.5

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L'alto tempo di occupazione dell'unità misurato in precedenza ci aiuta a capire perché il 760p da 256 GB raggiunge un'autonomia peggiore rispetto al 600p. Il 760p da 256 GB si è comportato meglio rispetto ai prodotti che usano il controller Phison PS5007-E7, ma ci aspettavamo di più dall'SSD NVMe di Intel.