Luminosità e contrasto

Recensione Asus VG245H, monitor da gioco 24 pollici FreeSync con un prezzo intorno ai 200 euro.

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a cura di Tom's Hardware

Non calibrato, livello di retroilluminazione massimo

Ultimamente abbiamo testato molti monitor Ultra HD da gaming che hanno mostrato velocità e tempi di risposta peggiori del VG245H. Ciononostante abbiamo deciso di includerne uno nel gruppo di oggi: l'Asus MG24UQ. Sebbene più costoso, rappresenta una delle scelte più valide fra i monitor UHD ed include il FreeSync. Inoltre abbiamo il Nixeus NX-VUE24A, l'AOC G2460PF e, infine, il Viewsonic XG2401. Si tratta in tutti i casi di monitor da 24" con pannello TN, risoluzione Full HD e FreeSync. Per arrivare a sei, abbiamo aggiunto l'AOC C3583FQ, un monitor ultrawide.

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L'Asus VG245H non è un riflettore da stadio ma raggiunge una luminosità di 309,92 cd/m 2, di gran lunga superiore a quella di 250 cd/m2 dichiarata da Asus. Ce n'è più che a sufficienza per giocare in qualunque ambiente interno e, data l'assenza dell'Ultra Low Motion Blur - prerogativa del G-Sync - non si sente la necessità di una luminosità maggiore.

I livelli di nero portano il VG245H a metà del gruppo e non si discostano molto neppure dall'AOC C3583FQ che usa un pannello VA (quindi con neri più profondi). Il rapporto di contrasto è un rispettabile 1019,4:1 che garantisce abbastanza profondità e saturazione del colore per il gaming, lavori di grafica o la normale attività.

Non calibrato, livello di retroilluminazione minimo

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Portando a zero il cursore della luminosità il risultato è un eccellente 50,592 cd/m2. A questo punto non abbiamo fatto altri cambiamenti. Quando abbiamo calibrato il VG245H ed abbassato il contrasto, la luminosità minima è calata a 45 cd/m2 mentre il contrasto è rimasto stabile a 1000:1, proprio dove dovrebbe essere. Dovremmo trovarci davanti ad un pannello poco costoso ma le sue performance fanno pensare proprio il contrario.

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Dopo la calibrazione a 200 cd/m2

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Sistemare gli errori della scala di grigi e della gamma colore ci è costato il 10% del contrasto. Non è male, ed è un prezzo che paghiamo volentieri perché il guadagno in termini di accuratezza dei colori e della gamma è evidente e, in definitiva, la qualità complessiva dell'immagine migliora sensibilmente. Sembra proprio che nulla sia stato sacrificato per contenere il prezzo.

Rapporto di contrasto ANSI

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Un'area leggermente troppo brillante posta in basso a destra rovina il risultato del test ANSI che sarebbe stato più che discreto. I livelli del nero sono un po' alti e questo fa scivolare il pannello in ultima posizione. Le zone bianche rimangono invece chiare e ben definite, quindi il contrasto in scenari reali risulta comunque piuttosto buono. Poiché questo test è influenzato dall'uniformità, un altro sample privo del piccolo difetto riscontrato potrebbe facilmente avere un risultato migliore.