La tecnologia Thuderbolt non si sta diffondendo come sperato da Intel, tanto che anche chi ci aveva creduto come Acer ha deciso di fare marcia dietro. Solo Apple ha scelto di renderla uno standard sui propri computer, ma non poteva essere altrimenti dato che ha partecipato allo sviluppo.
Nei mesi scorsi hanno tenuto banco alcune polemiche sulle cause della scarsa diffusione dei prodotti Thunderbolt, ma che sia colpa della stessa Intel, del prezzo elevato o dell'USB 3.0, poco importa. Quello che conta è che l'azienda di Santa Clara ha pronta la seconda versione, che dovrebbe migliorare la situazione sotto i punti di vista, oltre che portare la banda a 20 Gbps.
E mentre la soluzione, secondo noi, si troverà solo con l'integrazione di Thunderbolt direttamente nei chipset, nel frattempo Intel sembra pronta a tentare una nuova carta: una scheda di espansione Thunderbolt da collegare allo slot PCI Express. Il sito VR-Zone afferma che il piano non è stato ancora "finalizzato" e sono ancora molti i dettagli che rimangono oscuri. "L'azienda sta progettando un design di riferimento per una scheda Thunderbolt di riferimento a vantaggio degli ODM. Quest'ultimi faranno l'ultima parte del lavoro, e poi realizzeranno le schede".
Qualcosa di simile a quanto vediamo nel settore delle schede video, dove esistono soluzioni di riferimento, ma anche soluzioni personalizzate dai produttori? Forse, non ne siamo certi. "Intel ha intenzione di limitare il numero di ODM a coloro che hanno già progetti di schede madre con interfaccia Thunderbolt. Tutte le schede aggiuntive e le motherboard devono essere certificate insieme e devono avere, secondo Intel, la dicitura Thunderbolt ready".
Ogni scheda di espansione avrà un controller Falcon Ridge 2C, un connettore Thunderbolt, un ingresso DP, un connettore GPIO con cavo in bundle e dovrà essere collegata almeno a uno slot PCI Express x4. Inoltre per gestirla i produttori dovranno aggiornare il BIOS delle schede madre. Basterà una soluzione di questo tipo a diffondere Thunderbolt? Ci ripetiamo, probabilmente no, ma è un passaggio dovuto per cercare di ridurre i prezzi della tecnologia e renderla più appetibile. Non è chiaro se e quando saranno ufficializzati questi prodotti, ma nei prossimi mesi dovremmo avere notizie più certe.