Torvalds: sono maleducato, aggressivo e me ne vanto

Linus Torvalds difende il proprio modo di fare, notoriamente piuttosto rude.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Per Linus Torvalds il linguaggio aggressivo e l'insulto sono mezzi irrinunciabili. L'opinione di "Mr. Linux" è emersa da un dibattito con la sviluppatrice Sarah Sharp, che gli ha fatto notare appunto come lui abbia sempre un atteggiamento fin troppo violento nello scambio con l'altro.

"Il fatto è che la gente deve conoscere la mia posizione. E non posso semplicemente dire 'per favore non fare così', perché non mi ascolterebbero", ha detto Torvalds dopo che Sharp lo ha accusato di essere "uno dei peggiori quando si tratta di abusare verbalmente delle persone e di offenderle pubblicamente". Secondo lei questo denota mancanza di professionalità.

Torvalds in uno dei suoi momenti migliori

Torvalds risponde che è come "tentare di obbligare gli altri a rispettare una qualche convenzione, pretendendo che sia l'unico modo accettabile. [....] Così come non comincerò a portare cravatte, non accetterò la falsità, le menzogne, la politica da ufficio e il pugnalarsi alle spalle, l'aggressività passiva e i pettegolezzi. Perché è a questo che porta tale supposto atteggiamento professionale: la gente finisce per fare ogni tipo di schifezza perché è obbligata a controllare il proprio atteggiamento in modo innaturale".

L'ambito di riferimento è la comunità Linux, dentro alla quale Torvalds si esprime senza mezzi termini; e in qualche modo il mondo del pinguino un po' gli somiglia. Di persone "senza peli sulla lingua" ce ne sono tante in effetti, forse forgiate dalla battaglia dell'open source, forse perché bisogna urlare e combattere con unghie e denti quando gli avversari si chiamano Apple o Microsoft. Linus Torvalds dopotutto ha creato Linux, che per questo porta il suo nome, e ne segue lo sviluppo da più di vent'anni. Non può certo stupire se la sua personalità ha lasciato il segno, nel bene e nel male. 

Sarah Sharp

Non si può certo giustificare chi sbraita e insulta i propri collaboratori, ma un po' di ragione si può trovare su entrambi i fronti: è vero che le convenzioni sociali a volte ci obbligano a comportarci come non vorremmo, ma così come abbiamo il diritto di parlare in modo rude, abbiamo anche quello di offenderci se qualcuno lo usa con noi. .

Le emozioni esistono, e la buona educazione serve anche a tenerle fuori dalle relazioni professionali, così che possiamo concentrarci sul lavoro. Torvalds (Trollvalds?) forse non ha mai preso in considerazione questo aspetto, o magari lo ignora, ma di certo non è il solo: il suo atteggiamento purtroppo è comune a fin troppe persone, infatti.

Quanti ne conoscete che pur di "spiegarti perché ho ragione" non esitano a eccedere? Spesso per qualche ragione si sentono superiori agli altri, magari perché preparatissimi su un qualche argomento, e convinti di sapere tutto su quasi tutto il resto.

Come se fossero tutti il Mark Twain dei giorni nostri: magari per Torvalds e per qualcun altro può anche funzionare, ma in generale chi si comporta così è fastidioso e basta. Torvalds in questo senso si può vedere come un simbolo, il paradigma di quel nerd arrabbiato che tutti abbiamo incontrato almeno una volta.