Toshiba vende il comparto memorie? Apple in prima fila

Il crack della controllata Westinghouse Electrics, ha obbligato Toshiba a correre ai ripari. L'idea è quella di separare dal gruppo la divisione memorie e monetizzare attraverso la vendita di parte delle quote societarie.

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a cura di Alessio Amoruso

Il gruppo Toshiba è in grossi guai finanziari. A causa della controllata Westinghouse Electrics, attiva nel settore dell'energia nucleare, il gruppo ha subito una svalutazione di oltre 6.3 miliardi di dollari e un crollo del 53% del valore delle azioni dallo scorso dicembre. Questa situazione potrebbe presto portare il titolo al delisting dalla borsa di Tokyo e dover gestire perdite superiori ai 9 miliardi di dollari.

La situazione è molto delicata e quindi, se da un lato si stanno presentando le carte per dichiarare in bancarotta la Westinghouse, dall'altro si sta pensando di salvare le divisioni in attivo e più redditizie cercando di monetizzare. Tra le divisioni più promettenti, c'è la sezione dedicata alla produzione di chip di memoria. Il piano finanziario ed economico prevede di scorporare dal gruppo la divisione e mettere sul mercato parte delle quote della nuova società.

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Infatti Toshiba è il produttore numero due di memorie subito dietro Samsung con un fatturato di 5.670 miliardi di Yen pari a circa 50 miliardi di dollari, che da solo pesa per un quarto sul fatturato totale. Questa situazione darebbe al via ad un'asta che potrebbe vedere coinvolti i principali player del settore. Il valore dell'operazione dovrebbe aggirarsi intorno ai 2.000 miliardi di yen pari a circa 18 miliardi di dollari.

Secondo autorevoli fonti giapponesi, tra cui il quotidiano Nikkei, ci sono almeno 10 società interessate tra cui spiccano Apple, Broadcom e la società di private equity Silver Lake Partners. Tuttavia, le società estere dovranno prima superare i controlli delle autorità nazionali di competenza che invece preferirebbero una soluzione interna al problema.

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L'ipotesi di questa soluzione ha risvegliato l'interesse del mercato per il titolo, che nella giornata di oggi, 31 marzo 2017, ha fatto registrare una crescita massima pari a +10% per poi attestarsi in chiusura ad un +5.8%. Resta comunque alta la tensione.

All'assemblea dei soci non sono mancate proteste da parte degli azionisti contro gli amministratori che hanno portato al collasso la società. Infatti la divisione energetica di Toshiba non produce utili dal 2013. Inoltre va ricordato che nel 2015 è stato portato alla luce un ulteriore scandalo finanziario che permesso di scoprire una sistematica falsificazione dei profitti in un periodo di 7 anni. Questo nuova crisi non fa che gettare benzina sul fuoco.