La corsa al potenziamento della produzione di semiconduttori negli Stati Uniti sta subendo un'accelerazione significativa. Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, il colosso taiwanese che detiene oltre la metà della produzione mondiale di chip, ha annunciato che anticiperà l'avvio della produzione di chip a 2 nanometri nel suo impianto in Arizona. La decisione arriva in risposta alla domanda crescente e apparentemente insaziabile proveniente dai clienti americani nel settore dell'intelligenza artificiale, un mercato che continua a espandersi a ritmi vertiginosi.
L'amministratore delegato C.C. Wei ha rivelato i piani di espansione durante la presentazione dei risultati trimestrali della società. Le sue dichiarazioni hanno evidenziato come TSMC stia rivedendo completamente la tabella di marcia iniziale per gli stabilimenti americani, spinta dalle richieste pressanti del mercato. Secondo quanto riportato da Nikkei Asia, il gigante dei semiconduttori starebbe inoltre per concludere l'acquisizione di un'altra vasta proprietà terriera nelle vicinanze dell'attuale complesso produttivo.
L'investimento previsto va ben oltre i 165 miliardi di dollari già impegnati dall'azienda taiwanese per gli stabilimenti in Arizona. Wei ha spiegato che l'obiettivo è trasformare il sito in un cluster produttivo indipendente, capace di sostenere le necessità dei clienti più avanzati nei settori degli smartphone, dell'intelligenza artificiale e delle applicazioni ad alte prestazioni. Si tratta di un cambio di rotta rispetto alle strategie precedenti, quando TSMC aveva rallentato i piani di espansione globale a causa di una domanda ritenuta insufficiente.
I lavori di costruzione per gli impianti dedicati alla tecnologia a 2 nanometri sono iniziati soltanto nell'aprile di quest'anno, ma l'azienda ha già accelerato il ritmo dei cantieri. Inizialmente, la produzione era prevista per il 2030, ma gli annunci recenti lasciano intendere che i tempi potrebbero ridursi di circa un anno, anche se TSMC non ha ancora fornito una tempistica precisa. Questa accelerazione rappresenta un segnale chiaro della fiducia dell'azienda nelle prospettive del mercato americano dell'intelligenza artificiale.
Il progetto di acquisizione territoriale rivela ambizioni ancora più ampie. L'intenzione di TSMC è creare quello che nel settore viene definito un Gigafab, un complesso produttivo completamente autosufficiente in grado di produrre 100.000 wafer da 12 pollici ogni mese. Un impianto di queste dimensioni richiede non solo le fabbriche per la produzione dei chip, ma anche strutture dedicate al confezionamento e ai test, oltre a una rete di fornitori della catena di approvvigionamento situati nelle vicinanze.
Per garantire il successo di un progetto così ambizioso, TSMC sta investendo massicciamente anche nella formazione della forza lavoro locale. L'azienda ha lanciato un programma di stage in Arizona che in breve tempo è cresciuto da 130 a 200 posti disponibili. Questa iniziativa mira a sviluppare un vivaio di talenti specializzati che possano supportare le operazioni sempre più complesse degli impianti produttivi. La carenza di manodopera qualificata rappresenta infatti uno dei maggiori ostacoli all'espansione dell'industria dei semiconduttori negli Stati Uniti.
La decisione di accelerare la produzione di chip avanzati in territorio americano riflette dinamiche geopolitiche ed economiche più ampie. Gli Stati Uniti stanno cercando di ridurre la dipendenza dalle forniture asiatiche di semiconduttori, considerati ormai strategici quanto il petrolio nell'economia moderna. La concentrazione della produzione in Asia, specialmente a Taiwan, è vista come un rischio per la sicurezza nazionale, soprattutto in un contesto di crescenti tensioni con la Cina.