Ubuntu rinuncia a X per la grafica di Wayland

Mark Shuttleworth, fondatore di Canonical, ha fatto sapere che Ubuntu userà il server grafico Wayland, che andrà a sostituire l'attuale X Window System. Il nuovo software offre più potenza e facilità di programmazione, ma ci vorrà tempo per ottenere un passaggio indolore.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ubuntu cambierà il software integrato per la gestione della grafica, passando da X11 Window System a Wayland. Questa variazione rappresenta una seconda svolta epocale, poco tempo dopo l'annuncio dell'abbandono dell'interfaccia grafica GNOME in favore di Unity (Ubuntu scarta GNOME Shell, il futuro è Unity). 

L'interfaccia Unity

In questo caso la variazione riguarda invece il codice responsabile della gestione grafica e delle finestre, comunemente noto come "server grafico". Wayland sarebbe molto migliore del vecchio X, in primo luogo perché capace di gestire l'accelerazione grafica con librerie OpenGL. Il cambiamento sarebbe d'altra parte necessario, perché X risale agli anni '80, e l'età si fa sentire.

A dare la notizia è ancora Mark Shuttleworth, fondatore di Canonical, l'azienda che sviluppa Ubuntu. Per lui X11 (la versione più recente) non è adatto ai tempi moderni, né a fornire "l'esperienza utente che vogliamo, con una grafica super-fluida ed effetti. È certamente possibile ottenere effetti eccezionali con X, ma è molto difficile e non diventerà certo più semplice", scrive Shuttleworth.

Con Wayland le prestazioni Ubuntu possono migliorare, e anche l'efficacia delle applicazioni installate. Si tratta tuttavia di un passaggio che ha a che fare con una parte molto profonda del codice, una cosa certamente non semplice.

Shuttleworth assicura la totale retrocompatibilità con X, e tranquillizza gli sviluppatori, dicendo loro che non dovranno riscrivere tutto il loro lavoro da zero. Fa inoltre notare che i primi effetti di questo cambiamento potrebbero vedersi già entro sei mesi, ma che bisognerà attendere almeno un anno prima di arrivare a qualcosa di più concreto.