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NVIDIA porta l’AI americana nel cuore degli Emirati

Miliardi di dollari in gioco: una posta economica di proporzioni enormi che influenzerà decisioni strategiche e investimenti futuri.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 09/10/2025 alle 14:10

La notizia in un minuto

  • Gli Stati Uniti hanno autorizzato la vendita di 500.000 processori AI Nvidia agli Emirati Arabi Uniti, in cambio di 1.400 miliardi di dollari di investimenti nell'economia americana nel prossimo decennio
  • G42, l'azienda AI emiratina, è inizialmente esclusa dalle prime consegne ma riceverà il 20% dei processori nelle spedizioni future
  • I processori saranno gestiti esclusivamente da aziende statunitensi operanti in datacenter sul territorio emiratino, mantenendo il controllo operativo americano

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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Il governo degli Stati Uniti ha approvato una delle più significative licenze di esportazione tecnologica degli ultimi anni, autorizzando NVIDIA a spedire processori per intelligenza artificiale del valore di decine di miliardi di dollari agli Emirati Arabi Uniti. Questa decisione rappresenta il primo passo concreto di una partnership tecnologica bilaterale senza precedenti, che ridisegna gli equilibri geopolitici nel settore dell'AI. L'accordo stabilisce un nuovo modello di cooperazione internazionale nel campo delle tecnologie avanzate, dove investimenti miliardari si intrecciano con considerazioni strategiche di sicurezza nazionale.

Una partnership da 1.400 miliardi di dollari

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L'autorizzazione governativa trae origine da un accordo siglato lo scorso maggio, che delinea i contorni di una collaborazione economica di proporzioni straordinarie. Gli Emirati Arabi Uniti potranno acquistare annualmente fino a 500.000 processori avanzati NVIDIA, iniziando con i chip Blackwell di ultima generazione per poi passare alle future architetture Rubin e Feynman. In cambio, il paese del Golfo si è impegnato a investire 1.400 miliardi di dollari nell'economia statunitense nell'arco del prossimo decennio.

La struttura dell'accordo prevede un meccanismo di contribuzioni paritarie, dove ogni parte deve corrispondere dollaro per dollaro gli investimenti dell'altra. Questo approccio garantisce un equilibrio negli scambi commerciali e tecnologici tra i due paesi, creando un precedente per future partnership internazionali nel settore dell'intelligenza artificiale.

Il paradosso di G42: esclusa ma non dimenticata

Una delle clausole più intriganti dell'accordo riguarda il destino di G42, l'azienda di intelligenza artificiale supportata dallo stato di Abu Dhabi. Nonostante sia una delle realtà più ambiziose del settore negli Emirati, G42 non riceverà inizialmente alcun processore dalla prima tranche di spedizioni autorizzate. L'esclusione temporanea riflette le preoccupazioni di Washington riguardo al controllo e alla destinazione finale delle tecnologie più sensibili.

G42 otterrà il 20% dei processori AI destinati agli Emirati nelle consegne future

Tuttavia, l'azienda emiratina non rimarrà completamente tagliata fuori dal flusso tecnologico. Le condizioni dell'accordo prevedono che G42 riceverà il 20% di tutti i processori AI destinati agli Emirati nelle spedizioni successive, garantendole comunque accesso a una quota significativa della tecnologia più avanzata disponibile sul mercato.

Datacenter americani in terra emiratina

La prima fase dell'implementazione seguirà un modello operativo particolare: tutti i processori NVIDIA spediti negli Emirati saranno gestiti esclusivamente da aziende statunitensi che operano datacenter sul territorio emiratino. Questa soluzione permette di aggirare le preoccupazioni sulla sicurezza tecnologica mantenendo il controllo operativo nelle mani di entità americane, pur sfruttando l'infrastruttura e la posizione geografica strategica degli Emirati.

Il caso di G42 illustra perfettamente le complessità di questo arrangiamento: l'azienda sta sviluppando un datacenter da 5 gigawatt destinato principalmente a supportare le operazioni di OpenAI, dimostrando come le dinamiche dell'intelligenza artificiale globale stiano ridefinendo le tradizionali partnership commerciali e tecnologiche. Questa configurazione rappresenta un nuovo paradigma nella gestione internazionale delle tecnologie sensibili, dove la collaborazione economica si intreccia con imperativi di sicurezza nazionale e controllo tecnologico.

Fonte dell'articolo: www.tomshardware.com

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