Volano le azioni di AMD, superato il record del 2000

Nella giornata di ieri le azioni di AMD hanno raggiunto un valore che non toccavano dal 5 giugno 2000.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

AMD apre alla grande il 2020, dopo un 2019 esaltante: nella giornata di ieri le azioni hanno raggiunto un valore che non toccavano dal 5 giugno 2000.

Dopo aver chiuso l'anno come migliore azione dell'indice S&P 500, nella giornata di giovedì il titolo al NASDAQ ha superato il record di 48,50 dollari fatto segnare quasi vent'anni fa, per arrivare a un massimo di 49,25 dollari, prima di arretrare e chiudere a 49,10 dollari (+7% circa).

Le azioni di AMD sono cresciute del 150% nell'ultimo anno e oggi l'azienda è capitalizzata 54,68 miliardi di dollari. AMD è posizionata per una forte crescita anche in questo nuovo anno grazie alla presenza dei suoi chip nelle console next-gen e l'offerta di CPU e GPU competitiva.

Il mercato compra quindi il titolo AMD e scommette sull'ottimo andamento nei prossimi mesi e la capacità dell'azienda di sfidare Intel e Nvidia negli anni a venire. Dal 2017, anno del debutto dei primi Ryzen, fino a oggi, AMD ha lavorato molto per raggiungere questo obiettivo: in diverse interviste i dirigenti hanno spiegato che l'obiettivo principale era quello di riportare la fiducia di consumatori e aziende nella sua capacità di fornire innovazione a ritmo continuo.

AMD ha così delineato pubblicamente una roadmap di architetture che si spinge al 2021, lasciando intendere di essere già al lavoro per gli anni successivi (ne sapremo di più quest'anno). Inoltre ha mantenuto le promesse, presentando nuovi prodotti competitivi con tempistiche regolari. AMD ha spiegato che l'intenzione è quella di presentare nuove architetture di calcolo con una cadenza di 12-18 mesi.

AMD sembra quindi tornata quella dell'inizio del 2000, se non persino meglio, quando il panorama tecnologico era profondamente diverso: nel marzo del 2000 AMD presentava il primo processore a 1 GHz, l'Athlon 1000, che si scontrava con i Pentium III di Intel. Dopodiché l'azienda godette di un periodo molto positivo fino al 2006, quando Intel rispose con l'architettura Core, mandando in pensione la precedente NetBurst.

AMD non fu in grado di rispondere adeguatamente con le soluzioni Phenom e poi nel 2011 presentò l'architettura Bulldozer, lontana dal poter infastidire le proposte della concorrenza. Da lì, un lento declino che la portò quasi alla bancarotta.

Fortunatamente nel 2014 l'azienda ha trovato una guida forte, carismatica e competente in Lisa Su, che ha saputo circondarsi di dirigenti di grande valore come Mark Papermaster e tracciare un piano concreto per la rinascita, fissando un piano d'azione chiaro e serrato.

Il resto è storia recente: anno dopo anno con le proposte Ryzen ed EPYC in particolare, AMD è riuscita a rosicchiare quote di mercato a una Intel impantanata nelle sabbie mobili di un processo produttivo a 10 nanometri che stenta a decollare e di una richiesta di CPU a 14 nanometri così elevata che non riesce a tenerne il passo, creando una situazione di carenza di processori che sta avvantaggiando la rivale.

Forse nemmeno il più iperbolico sceneggiatore di Hollywood avrebbe potuto scrivere un copione simile per la rinascita di AMD, ma a pochi giorni dal CES di Las Vegas, dove l'azienda presenterà le novità dei prossimi mesi, tutto lascia intendere che il 2020 sarà un altro anno molto positivo per la casa di Sunnyvale.