Windows, iOS, Android, Spotify, Amazon sono malware per Stallman

Richard Stallman firma un nuovo editoriale nel quale spiega perché i principali sistemi operativi, i servizi cloud e molti dispositivi moderni vanno considerati malware. Ingannano l'utente, lo spiano e lo privano di libertà essenziali nel 21secolo.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Windows e OS S X sono malware, Amazon è una realtà orwelliana, e chiunque creda nell'Internet of Things è un somaro. Affermazioni piuttosto forti, che arrivando da un personaggio che non le ha mai mandate a dire, vale a dire Richard Stallman.

Richard Stallman at Marlboro College

Il fondatore del movimento per il software libero e autore del GNU Manifesto si è espresso nuovamente in un editoriale comparso nientemeno che su The Guardian – una testata che a sua volta non ha mai nascosto voci scomode come quella di Stallman (ma anche Chomsky, Doctorow e altri).  L'idea di base è che Microsoft ed Apple aggiungono malware ai rispettivi sistemi operativi, una critica che in passato Stallman aveva diretto anche a Ubuntu di Canonical.

Il malware secondo la definizione di Stallman non è necessariamente un virus, ma "un programma progettato per ingannare i propri utenti". Qualcosa che capita spesso con i sistemi operativi e in generale con il software non libero. Secondo Stallman la situazione si è degradata terribilmente negli ultimi 30 anni e oggi gli sviluppatori "maltrattano senza ritegno i propri utenti; quando vengono scoperti, si appellano alle righe piccole sull'EULA".

"Sono stati riportati così tanti casi di malware nel software proprietario, che dobbiamo considerare un software proprietario sospetto e pericoloso. È il 21esismo secolo, e il software proprietario è per i perdenti (suckers nell'originale)".

Quali sarebbero i crimini del software proprietario? I soliti: spionaggio dell'utente, uso spregiudicato dei DRM, backdoor per il controllo remoto a uso di NSA e simili. In alcuni casi ci sarebbe anche la censura integrata. "Alcuni sviluppatori", scrive Stallman, "sabotano apertamente i propri utenti".

Microsoft, con Windows, censura le applicazioni (nel Windows Store, NdR) e usa la backdoor per imporre aggiornamenti remoti, così come iOS spia. "Persino Android contiene malware nei suoi elementi non liberi: una back door per forzare l'installazione o la rimozione di un'app", ricorda Stallman.

stallman

Quanto alle applicazioni, quelle peggiori per Stallman sono i servizi di streaming comeSpotify, Deezer, Sky Go e simili. "Sono progettate per incatenare gli utenti e impedire loro di salvare una copia dei dati che ricevono, e per forzare l'identificazione così che sia possibile tracciare le loro abitudini".

Non solo i sistemi operativi. Il malware si nasconde anche in altri prodotti come le SmartTV, e persino i giocattoli – esemplare il recente caso della Barbie spiona. Senza trascurare il problema dei DRM sulle automobili, che sta diventando una questione sempre più seria.  Stallman non trascura nemmeno un oggetto apparentemente innocuo come il Kindle, che dice ad Amazon quali libri leggiamo e quante pagine, cosa sottolineiamo e quali appunti prendiamo.  

Il software proprietario in altre parole è ovunque, e da ogni dove cerca di spiarci e tracciare le nostre attività. Stallman forse ha toni eccessivi, o almeno molto coloriti, ma difficilmente gli si può dar torto. Eppure, non c'è dubbio, siamo pronti ad accettare limiti di ogni genere se si tratta di computer, smartphone e tablet – se si trattasse di una lavastoviglie forse non saremmo tanto malleabili però, e infatti quando si parla di auto il pubblico sembra molto meno ricettivo o entusiasta delle novità hi-tech.

Secondo alcuni d'altra parte questa situazione non è poi così grave, e i vantaggi superano i difetti. In altre parole, è accettabile che il nostro telefono ci "tenga d'occhio" in cambio delle molte cose che può fare.