WITCH: il computer digitale più vecchio torna in funzione

Harwell Dekatron, alias WITCH, è tornato in funzione al National Museum of Computing dopo tre anni di lavoro necessari a rimetterlo in sesto. Alto due metri, pesa 2,5 tonnellate e consuma 1,5 kilowatt.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Uno dei computer digitali più vecchi del mondo, Harwell Dekatron (in arte WITCH), è stato rimesso in funzione ieri presso il "The National Museum of Computing", dopo tre anni di preparativi. Realizzato e usato alla Atomic Energy Research Establishment di Harwell, nell'Oxfordshire, questo computer è stato costruito nel 1949 ed è diventato operativo nell'aprile del 1951, rimanendo in uso fino al 1957.

Quell'anno il computer diventò ridondante, e così uno scienziato di Harwell organizzò un concorso per offrirlo agli istituti scolastici. Vinse il Wolverhampton and Staffordshire Technical College, da qui l'abbreviazione WITCH, che lo usò fino al 1973. In un peso 2,5 tonnellate, WITCH contiene diverse soluzioni tecniche, tra cui 828 contatori decimali a valvole (ognuno capace di archiviare una sola cifra e fungere da memoria volatile), 480 relè, 26 relè ad alta velocità e 18 switch.

Nella sua lunga carriera il Harwell Dekatron si è occupato di automatizzare i noiosi calcoli matematici che fino ad allora usavano calcolatori meccanici manuali. Pensato per essere affidabile piuttosto che veloce, "potrebbe continuare a lavorare senza sosta per giorni offrendo risultati senza errori", si legge sul sito del museo. Non lavorava con dati binari ma decimali.

"Nel 1951 l'Harwell Dekatron è stato tra i primi di una dozzina di computer sparsi per il mondo, e da allora ha condotto una vita incantata sopravvivendo intatto fino a oggi, mentre i suoi contemporanei sono stati riciclati o distrutti. Come computer da lavoro digitale più vecchio del mondo, offre un meraviglioso contrasto con la nostra ricostruzione del Colossus, il primo calcolatore elettronico semi-programmabile", ha dichiarato Kevin Murrell, amministratore del museo.

"Il restauro è stata una sfida che ha richiesto di lavorare con componenti come valvole, relè e lettori di nastri di carta che raramente si vedono oggi e che certamente non sono presenti nei computer moderni. I membri più vecchi del team hanno dovuto rispolverare le vecchie conoscenze, mentre quelli più giovani hanno dovuto partire da zero!", ha dichiarato Delwyn Holroyd, volontario del TNMOC che ha guidato il team che ha ripristinato il sistema.

Il bestione - alto due metri, largo sei metri e profondo un metro - consuma 1,5 kilowatt e impiega un paio di secondi per ogni addizione o sottrazione, cinque secondi per la moltiplicazione e fino a 15 per la divisione. La memoria era in grado di archiviare 40 numeri da otto cifre. Ancora scontenti del vostro "lento" e "pesante" computer?