Xbox Series X|S, e se Microsoft avesse pagato per accelerare la produzione?

Secondo alcune indiscrezioni, Microsoft potrebbe aver pagato per assicurarsi la produzione di console durante lo shortage.

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a cura di Marco Doria

Da alcune indiscrezioni, venute alla luce durante il podcast XboxEra, emerge l'ipotesi che Microsoft abbia concluso un accordo per ottenere la priorità nella fabbricazione dei chip necessari, a loro volta, alla produzione delle console Xbox Series X e Series S.

Se guardiamo indietro agli ultimi mesi, in effetti ci sono stati dei periodi in cui la Series X, di solito caratterizzata da un certo grado di introvabilità, è tornata in stock su vari store, senza dimenticare il lancio della Xbox Series X Halo Infinite Special Edition.

Dunque, quanto affermato durante il podcast potrebbe trovare qualche riscontro nella realtà. A quanto pare, durante il mese di aprile 2021, uno dei conduttori del podcast avrebbe ricevuto un messaggio secondo il quale Microsoft avrebbe incrementato la disponibilità di console per l'autunno successivo. E, in effetti, è stato proprio così.

Dunque, l'ipotesi più plausibile è che Microsoft abbia pagato per ottenere un trattamento prioritario nella fabbricazione dei chip, un investimento definito intelligente durante il podcast di XboxEra.

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una situazione a dir poco disastrosa nell'ambito della fabbricazione di componenti elettroniche. Il problema ha investito quasi tutti i settori di mercato, da quello delle automobili a quello dei cellulari, sebbene la verticale più colpita (o che ha innescato più dibattiti) è stata quella informatica, in particolare del gaming, con problemi di stock sia in ambito delle due console current gen di Sony (PS5) e, appunto, Microsoft, ma anche e soprattutto fra i produttori di schede video. La serie Nvidia Geforce RTX 3000 è stata quasi introvabile fin dal primo giorno, con rincari sui prezzi consigliati anche del 300%, se non oltre, e nemmeno AMD è stata risparmiata.

Tra carenza di chip, problemi di approvvigionamento di silicio e terre rare e i ritardi causati dalla chiusura delle fabbriche cinesi per via dei lockdown in risposta alla pandemia di COVID-19, l'ultimo biennio è stato un vero incubo per chiunque avesse deciso di fare un upgrade al proprio PC Gaming o alla console in soggiorno.

Dunque, ha perfettamente senso che un'azienda dotata delle adeguate risorse finanziarie abbia deciso di investire per ottenere la priorità sulla produzione dei tanto ricercati chip.

L'augurio è che la situazione rientri presto in generale e che, soprattutto, i prezzi comincino a ritornare davvero a quelli effettivi.